lunedì 3 marzo 2025

Corso di storia della filosofia: 64 Il criticismo


Il criticismo

Il criticismo è la prospettiva filosofica sviluppata da Immanuel Kant alla fine del XVIII secolo, ed è considerato uno dei momenti più alti e rivoluzionari del pensiero moderno. Con questa impostazione, Kant si propone di superare l’opposizione tra razionalismo ed empirismo, offrendo una visione che riconosce sia l’importanza dell’esperienza sensibile sia il ruolo attivo della mente nella costruzione del sapere.

Secondo Kant, la conoscenza non è una semplice registrazione passiva dei dati provenienti dai sensi, come sostenevano gli empiristi, né è il frutto esclusivo della ragione pura, come credevano i razionalisti. Piuttosto, essa nasce dall’interazione tra l’esperienza e le strutture a priori della mente umana. In questo senso, la mente non si limita a ricevere il mondo, ma lo organizza secondo categorie fondamentali, come quella di causalità, quantità, qualità, relazione, ecc.

L’approccio kantiano è quindi critico perché si interroga sui limiti e sulle condizioni di validità della conoscenza. Kant non si chiede tanto che cosa conosciamo, ma come sia possibile la conoscenza. La sua opera più celebre, la Critica della ragion pura, è proprio un’indagine sul funzionamento della ragione e sui fondamenti del sapere scientifico.

Una delle tesi centrali del criticismo è che noi non conosciamo le “cose in sé” (la realtà assoluta, indipendente dalla percezione), ma solo i fenomeni, cioè la realtà così come ci appare attraverso le forme del nostro intelletto e della nostra sensibilità (spazio e tempo). In questo modo, Kant limita la pretesa della conoscenza umana, ma ne riafferma allo stesso tempo la validità entro certi confini.

In sintesi, il criticismo kantiano segna una nuova era nel pensiero occidentale: la conoscenza è vista come un processo attivo e costruttivo, in cui l’uomo non è spettatore passivo del mondo, ma partecipe nella sua comprensione. Questa visione ha avuto profonde conseguenze nella filosofia, nella scienza e nella concezione moderna della soggettività.



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