sabato 15 marzo 2025

Corso di storia della filosofia: 76 Bentham 1748

 

Jeremy Bentham (1748–1832)

Il filosofo della felicità misurabile

Chi era?

Filosofo, giurista e riformatore sociale inglese, Bentham è considerato il fondatore dell’utilitarismo. Si oppose con forza al diritto naturale, alle tradizioni non giustificate e alla morale fondata su principi astratti, proponendo invece un’etica pratica, fondata sul principio di utilità.

Il cuore del suo pensiero: il principio di utilità

“La natura ha posto l'umanità sotto il dominio di due sovrani: il dolore e il piacere.”

Bentham sostiene che tutte le azioni umane sono guidate dalla ricerca del piacere e dalla fuga dal dolore. Di conseguenza, la morale deve basarsi su questo dato di fatto: un’azione è buona se aumenta la felicità e diminuisce la sofferenza.

Il calcolo edonistico

Per rendere etica e politica scientifiche e razionali, Bentham propone di misurare l’utilità in base a criteri quantificabili, tra cui:

  • Intensità del piacere
  • Durata
  • Certezza o incertezza
  • Prossimità o lontananza
  • Fecondità (se genera altri piaceri)
  • Purezza (se è privo di dolore)
  • Estensione (quante persone coinvolge)

Questo approccio mira a trasformare l’etica in una matematica della felicità.

Riforme e impatto sociale

Bentham fu un convinto riformatore. Si batté per:

  • Riforma del diritto penale e abolizione delle pene crudeli
  • Diritti delle donne
  • Abolizione della schiavitù
  • Trasparenza e democrazia
  • Istruzione pubblica
  • Tolleranza religiosa Fu anche un precursore della difesa dei diritti degli animali:

“La domanda non è: possono ragionare? né: possono parlare? ma: possono soffrire?”

Eredità

La sua influenza si è estesa:

  • Alla filosofia morale, con l’elaborazione successiva di John Stuart Mill
  • Alla teoria del diritto, con il concetto di positivismo giuridico
  • Alle scienze sociali, con il tentativo di rendere misurabile il benessere collettivo

Persino il suo corpo imbalsamato è visibile al University College di Londra, come simbolo del suo credo razionalista e laico.

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