lunedì 14 aprile 2025

Corso di storia della filosofia: 105 bis Lévinas 1906

Emmanuel Lévinas 1906

 

 
Emmanuel Lévinas (Kaunas, 12 gennaio 1906 – Parigi, 25 dicembre 1995) è stato un filosofo e accademico francese di origini ebraico-lituane.
A partire dal 1931 risiede a Parigi, dove insegna all'École normale israelite orientale (assumendone la direzione dal 1946 al 1961). Ivi ha modo d'incontrare Lacan, Merleau-Ponty, Aron, e di frequentar. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1939, Lévinas, chiamato alle armi, è catturato dai nazisti e condotto in un campo di concentramento col numero 1492. Lévinas mise insieme delle annotazioni, che saranno pubblicate postume, nel 2009, col titolo di Quaderni di prigionia.
Lontano dagli -ismi coevi (esistenzialismo, marxismo), Lévinas non aderì al movimento comunista, in quanto «rimanere non comunista significava conservare la propria libertà di giudizio in uno scontro di forze». Critico nei confronti dello strutturalismo, Lévinas si oppone a Lévi-Strauss. Nel 1961, vede la luce il capolavoro lévinasiano, Totalità e Infinito. Saggio sull'esteriorità e, fra il 1964 e il 1976, insegna nelle università di Poitiers (1964 – 1967), di Paris-Nanterre (1967 –1973) e alla Sorbona (1973–1976). All'indomani delle contestazioni del 1968, l'Autore dichiarerà la propria distanza da quel fenomeno che sembrava aver condannato tutti i valori come prodotti borghesi
Insignito nel 1989 del Premio Balzan per la Filosofia, Lévinas muore a Parigi nel 1995, concludendo una lunga carriera intellettuale che lo fece considerare una «delle alternative più geniali ed affascinanti, alla crisi dei sistemi totalizzanti, come lo storicismo idealistico e quello marxistico, e alle tentazioni post-moderne della messa in questione e/o la frantumazione di ogni possibile senso, come nel nietzschianesimo, nello strutturalismo, nel decostruzionismo»
L’opera di Lévinas può essere compresa all’interno del confronto fra logos biblico e logos filosofico. Atene e Gerusalemme insomma sono le vere radici del pensiero europeo e risultano imprescindibili per Lévinas, che proprio in una conversazione con Derrida precisò la sua posizione: «Vede, si parla spesso di etica per descrivere quello che faccio ma in fin dei conti ciò che mi interessa non è l’etica, non solo l’etica, ma il santo, e la santità del santo». Come spiega poi citando Isaia: «La parola io significa eccomi». La responsabilità dell’io, privando l’io del suo egoismo, non per questo lo riduce a momento dell’ordine universale, anzi ne conferma l’unicità: nessuno può rispondere al mio posto. «Che Altri mi riguardino è mio malgrado», aggiunge Lévinas replicando a Sartre.

Corso di storia della filosofia: 105 Foucault 1926

Paul Michel Foucault 1926

Paul Michel Foucault (1926 –1984) filosofo, archeologo dei saperi, saggista letterario, professore al Collège de France, tra i grandi pensatori del XX secolo, realizzò il progetto propugnato da Nietzsche che segnalava la mancanza di una storia della follia, del crimine e del sesso.Egli studiò lo sviluppo delle prigioni, degli ospedali, delle scuole e di altre grandi organizzazioni sociali, teorizzando il modello carcerario del panopticon, ideato da Jeremy Bentham come paradigma della società moderna. Importanti sono anche i suoi studi sulla sessualità, con particolare attenzione agli ultimi due secoli, epoca in cui la sfera del sesso è oggetto di volontà di sapere e di potere nonché di pratica confessionale.Foucault studia filosofia e psicologia all’École Normale Supérieure con Maurice Merleau-Ponty e Louis Althusser, ma gli anni giovanili sono ossessionati dal problema della sua omosessualità, con ripetuti tentativi di suicidio ed abuso di alcolici.

Nel 1961 pubblica Storia della follia nell'età classica.
Nel 1963 esce Nascita della Clinica: un’archeologia dello sguardo medico.

Nel 1969 pubblica L’archeologia del sapere. In queste opere analizza i processi di costituzione e di formazione del sapere nelle scienze umane, introducendo il concetto di episteme, vale a dire l'insieme delle formazioni discorsive performanti per i sistemi concettuali di una determinata epoca storica, in un determinato contesto geografico e sociale.
Nel 1970 è professore di Storia dei Sistemi di Pensiero al Collège de France. Dai suoi corsi nascerà nel 1975 Sorvegliare e punire: nascita della prigione. Il tema della microfisica del potere viene affrontato secondo un modello di funzionamento che si esercita attraverso un'organizzazione reticolare, circolare, che funziona solo a catena. Non c’è netta divisione tra coloro che lo detengono e coloro che lo subiscono. Il potere non è mai localizzato esclusivamente nelle mani di alcuni come una ricchezza o un bene. E’ qualcosa che condiziona ma che lascia margini di gioco, di distorsione, di sviluppo.
Nel 1976 esce il primo volume della Storia della sessualità, La volontà di sapere; cui seguiranno nel 1984 gli altri due volumi L’uso dei piaceri e La cura di sé. In essa si sostiene che attraverso i nostri desideri, si creano nuove forme di relazione, nuove forme d’amore, nuove forme di creazione. Il sesso non è dunque una fatalità; ma possibilità di una vita creativa.
Con la modernità la sessualità ci appare come una caratteristica intrinseca al sé, a tal punto da sentire il bisogno di dichiarare una identità sessuale e addirittura le proprie scelte sessuali.
Nel 1966 esce Le parole e le cose. E’ errato però credere che questa sia la conquista di una sessualità repressa nei secoli che solo ora, attraverso lotte di emancipazione, viene ad esprimersi. Si tratta piuttosto di una pratica confessionale che prosegue in maniera diffusa la volontà di potere e di sapere delle istituzioni religiose e secolari. Il sapere è oggi un mezzo per sorvegliare la gente e controllarla, non più in maniera brutalmente repressiva come in passato, ma con una raffinatezza più funzionale e pervasiva, un biopotere, che costruisce corpi e desideri.

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