mercoledì 25 giugno 2025

Corso di storia della filosofia: de Botton 1969


Alain de Botton
ritratto di un filosofo-pubblico

Alain de Botton (nato a Zurigo il 20 dicembre 1969) è uno scrittore, saggista e divulgatore filosofico di origine svizzera, cittadino britannico, divenuto figura centrale del «public philosophy» contemporaneo: ossia dell’opera di traduzione e applicazione del pensiero filosofico ai problemi quotidiani, alle scelte esistenziali e alle forme della cultura materiale. È autore di numerosi saggi e romanzi filosofici che hanno avuto grande diffusione internazionale e ha fondato istituzioni rivolte alla «educazione emotiva» e alla promozione del pensiero sul vivere comune.


1. Biografia essenziale e formazione accademica

De Botton trascorse l’infanzia tra la Svizzera e il Regno Unito; la sua formazione scolastica comprende esperienze in istituti britannici (tra cui il Dragon School e Harrow) e un brillante percorso universitario: laurea in Storia con «double starred first» a Gonville & Caius (Cambridge), seguito da un MPhil in Filosofia a King’s College London (1991–1992). In seguito avviò un dottorato di ricerca in filosofia francese a Harvard, che tuttavia non completò, scegliendo la strada della scrittura rivolta a un largo pubblico. Questa combinazione di solide basi umanistiche e di un orientamento interdisciplinare ha marcato fin dall’inizio il suo modo di lavorare.


2. Linee teoretiche e orientamento metodologico

Il nucleo distintivo dell’approccio di de Botton è metodologico: egli adotta gli strumenti dell’analisi filosofica (argomentazione razionale, storia delle idee, riferimento alla tradizione) ponendoli al servizio di problemi pratici — il senso del lavoro, la gestione dell’ansia sociale, la qualità dell’abitare, la cura delle relazioni. Non si tratta di pura divulgazione pop: de Botton costruisce testi che oscillano tra il saggio, la critica culturale e il pamphlet morale, spesso accompagnati da riferimenti letterari e storici, esempi concreti e capsule narrative. Il suo metodo combina tre mosse ricorrenti: (1) individuare un disagio contemporaneo; (2) richiamare figure del canone (filosofi, scrittori, architetti) come risorse interpretative; (3) tradurre l’insegnamento in suggerimenti pratici o in iniziative culturali.

Questa impostazione spiega la popolarità dell’autore e insieme la critica che gli viene mossa: la chiarezza e la praticità gli assicurano un vasto pubblico, mentre i filosofi accademici gli rimproverano talvolta semplificazioni o una riduzione terapeutica del pensiero critico.


3. Opere principali e temi ricorrenti: analisi puntuale

Alain de Botton è autore di decine di titoli; qui seguono i libri più rilevanti per comprendere l’ampiezza del suo progetto e i temi che lo attraversano.

Essays in Love” (1993). Romanzo-saggio che esplora il fenomeno dell’innamoramento mediante una scrittura che alterna introspezione romanzesca e riflessione teorica. Ha costituito il primo grande successo commerciale e ha introdotto la cifra stilistica dell’autore: il registro personale al servizio di questioni universali.

How Proust Can Change Your Life” (1997). Esempio paradigmatico del suo metodo: leggere Proust non come arido filologo ma come insegnante pratico di vita (sull’arte dell’attenzione, sulle relazioni, sul tempo).

The Consolations of Philosophy” (2000). Opera in cui de Botton riprende alcuni classici (Socrate, Epicuro, Seneca, Montaigne, Schopenhauer, Nietzsche) e ne ricava riflessioni rivolte ai mali contemporanei (insoddisfazione, incertezza, rimorso). Il libro è emblematico del suo progetto: recuperare il patrimonio filosofico come strumento di sollievo pratico.

The Art of Travel” (2002). Indagine filosofico-pratica sul viaggio: perché viaggiamo, cosa cerchiamo, come evitare le delusioni. De Botton intreccia esperienza personale, letteratura e teoria estetica.

Status Anxiety” (2004). Analisi ampia dei timori legati alla posizione sociale in società competitive: de Botton scompone le fonti dell’ansia da status (comparazione, meritocrazia, vanità) e suggerisce misure culturali e personali per contenere l’angoscia sociale.

The Architecture of Happiness” (2006). Un testo che esplicita l’interesse dell’autore per l’ambiente costruito: architettura, forme e materiali parlano di identità e benessere; la qualità degli spazi influisce sull’umore collettivo e individuale.

The Pleasures and Sorrows of Work” (2009) e “A Week at the Airport” (2009). Inchieste narrative che mostrano la sua inclinazione verso la micro-sociologia applicata: osservazione del lavoro concreto, del dettaglio quotidiano e del ruolo delle istituzioni nello svolgimento delle vite lavorative.

The Course of Love” (2016). Romanzo e riflessione che torna sul tema delle relazioni durature, interrogando aspettative romantiche e pratiche di convivenza a lungo termine.

Questi titoli non sono solo catalogabili come “libri popolari”: formano un corpus coerente che attraversa alcune questioni ricorrenti: la gestione dell’ansia esistenziale; la traduzione della riflessione filosofica in pratiche di vita; la cura del vivere quotidiano (abiti, case, lavoro, relazioni).


4. Progetti istituzionali e pratiche pubbliche: School of Life e Living Architecture

De Botton non si è limitato a scrivere. Ha tradotto le sue intuizioni in istituzioni concrete.

La School of Life, fondata nel 2008 a Londra insieme a un gruppo di collaboratori, è un organismo che offre corsi, pubblicazioni, consulenze e prodotti culturali sul tema dell’«educazione emotiva»: come orientarsi nel lavoro, nelle relazioni, nella cura di sé e degli altri tramite strumenti (corsi, workshop, video, libri) che mescolano psicologia, filosofia e arti. L’iniziativa si è estesa a livello internazionale con sedi, programmi online e una produzione multimediale ampia.

Living Architecture (lanciata nel 2009) è un progetto parallelo e coerente con il saggio sull’architettura: commissionare e rendere fruibili abitazioni contemporanee ideate da architetti di spicco (Peter Zumthor, MVRDV, Michael Hopkins, NORD, ecc.) per il pubblico in forma di affitti per vacanze. L’idea è democratica: permettere al grande pubblico di «vivere» l’architettura contemporanea — non solo studiarla sui libri — e così aumentare l’apprezzamento e la sensibilità verso la qualità dello spazio costruito. Per questo progetto de Botton è stato riconosciuto dalla comunità professionale (ad esempio con un riconoscimento onorario da RIBA).

Queste iniziative mostrano come la sua filosofia sia pratica: non teoria fine a sé stessa, ma intervento culturale e istituzionale volto a costruire strumenti sociali concreti.


5. Forme comunicative: da libri a TV, mostre, podcast

De Botton ha moltiplicato i formati espressivi: oltre ai libri, ha curato documentari televisivi (ad esempio adattamenti come il programma ispirato a The Consolations of Philosophy), serie documentarie su canali pubblici, interventi TED, contenuti audio e la produzione di mostre (con progetti come Art as Therapy, che ha portato suoi materiali espositivi in musei internazionali). La pluralità dei canali contribuisce alla sua funzione di «ponte» tra la cultura specialistica e la quotidianità pubblica.


6. Critica, controversie, limiti epistemologici

Il giudizio accademico su de Botton è diviso e piuttosto netto. Da un lato gli è riconosciuto il merito di popolarizzare idee complesse e di introdurre il pensiero filosofico in contesti pratici; dall’altro gli si rimprovera, soprattutto in ambito universitario e specialistico, uno stile che scivola verso la semplificazione, la terapia e il «consigliismo» morale, talvolta privo della profondità argomentativa richiesta dalla filosofia analitica o dalla storicità rigorosa del pensiero. Riviste culturali e critici spesso lo accusano di «smussare» i concetti per renderli vendibili. Alcuni critici sottolineano inoltre la tendenza a mescolare consigli di vita con valutazioni estetiche o morali non sempre argomentate sul piano teorico.

A livello personale, de Botton è talvolta stato al centro di polemiche mediatiche (un esempio noto: la sua reazione pubblica a una recensione negativa de The Pleasures and Sorrows of Work, con scambi accesi sui blog e la successiva ritirata/scusa); episodi del genere hanno alimentato discussioni sulla dimensione del «public intellectual» e sui limiti dell’uso dei social e dei canali diretti per rispondere alla critica.


7. Valutazione critica complessiva e contributo alla sfera pubblica

Dal punto di vista storico e sociologico delle idee, l’apporto di de Botton è significativo: egli ha contribuito a ricollocare la filosofia nel tessuto della vita civile quotidiana, rendendola strumento non solo di analisi ma di cura sociale. Anche laddove la sua interpretazione delle tradizioni filosofiche risulti semplificata, il merito rimane quello di aver ampliato la domanda di riflessione pubblica su temi che le istituzioni educative tradizionali trattano raramente (gestione dell’ansia, gestione del desiderio sociale, ruolo dell’arte e dell’architettura nel benessere). Le sue istituzioni (School of Life, Living Architecture) sono esperimenti pratici della tesi che la cultura applicata possa produrre servizi pubblici di utilità civica.

È utile leggere de Botton tenendo insieme due livelli: (1) il piano terapeutico-pratico, in cui egli è efficace e originale; (2) il piano speculativo-storico, dove il lettore più esigente dovrà integrare — con testi accademici e criticità metodologiche — le asserzioni più generali dell’autore.


8. Selezione bibliografica essenziale

Indicativa e non esaustiva — per i riferimenti precisi alle edizioni consultare i siti editoriali o il catalogo personale dell’autore.

  • Essays in Love (1993).
  • How Proust Can Change Your Life (1997).
  • The Consolations of Philosophy (2000).
  • The Art of Travel (2002).
  • Status Anxiety (2004).
  • The Architecture of Happiness (2006).
  • The Pleasures and Sorrows of Work (2009).
  • A Week at the Airport (2009).
  • The Course of Love (2016).

Per una panoramica completa e aggiornamenti sui progetti, il sito ufficiale dell’autore e la pagina della School of Life sono le fonti primarie.

Corso di storia della filosofia: Morton 1968


Timothy Morton (1968)
Ecologia filosofica, iperoggetti e pensiero orientato agli oggetti

Filosofo e saggista britannico con base negli Stati Uniti, Timothy Morton è tra le voci più originali dell’ecocritica contemporanea. Dalla prima mossa teorica — smontare l’idea romantica di “Natura” — fino alla celebre nozione di iperoggetti, Morton costruisce una cassetta degli attrezzi concettuale per pensare l’Antropocene senza illusioni ma anche senza fatalismi, con uno stile che mescola rigore speculativo e immaginazione poetica. Oggi è Rita Shea Guffey Chair in English alla Rice University.

Tra ecologia e ontologia: il progetto intellettuale

Morton arriva all’ecologia passando per l’ontologia. In Ecology Without Nature (2007) sostiene che la parola “Natura” funzioni come un effetto estetico che allontana il pensiero dai concreti intrecci tra umani e non umani: per parlare di ecologia bisogna rinunciare all’aura mistificante del “naturale”. In The Ecological Thought (2010) propone la visione della mesh (la “rete” di co-esistenza) e dello strange stranger (l’alterità che non si lascia mai esaurire), invitando a una solidarietà epistemica con ciò che non capiamo fino in fondo.

Parallelamente Morton dialoga con l’Object-Oriented Ontology (OOO): in Realist Magic (2013) afferma, tra l’altro, che la causalità ha una dimensione intrinsecamente estetica — gli oggetti “si toccano” attraverso apparenze, non per trasparenza di essenze. L’OOO diventa così la piattaforma metafisica per ripensare l’ecologia oltre l’antropocentrismo.

I concetti chiave

Iperoggetti. In Hyperobjects: Philosophy and Ecology After the End of the World (2013) Morton chiama iperoggetti entità così diffuse nello spazio e nel tempo da eccedere ogni localizzazione: il riscaldamento globale, la plastica oceanica, le scorie radioattive. Hanno proprietà contro-intuitive: “viscosità” (ti restano addosso), “non-località” (agiscono senza un qui-e-ora unico), “fasi” (appaiono/scompaiono), “temporalità profonda” e “inter-oggettività”. L’idea ha circolato ben oltre l’accademia, influenzando arte e cultura pop.

Ecologia oscura. Dark Ecology (2016) invita a un’estetica dell’“inquieto abitare”: accettare che conviviamo con cose tossiche e perturbanti (dai rifiuti al petrolio) e che la cura passa anche dalla visibilità del danno, non dal suo esilio simbolico.

Humankind e il “reale simbiotico”. In Humankind: Solidarity with Nonhuman People (2017) Morton propone il symbiotic real: il dato di fatto che esistiamo in un intreccio non gerarchico con altri viventi e non viventi. Da qui, una politica della solidarietà che estende il “noi” oltre la specie.

Divulgazione ecologica. Con Being Ecological (2018) e All Art Is Ecological (2021) Morton distilla il pensiero in forme accessibili: manuali brevi che mostrano come l’attenzione ecologica sia un modo di percepire, non un menu di buone azioni.

Hyposubjects. Nel piccolo libro scritto con l’antropologo Dominic Boyer (2021), gli hyposubjects sono soggetti umili, adattivi, capaci di navigare la complessità senza pretese di controllo: un ritratto etico dell’umano all’altezza degli iperoggetti.

Svolte recenti. Tra gli sviluppi più recenti c’è Hell: In Search of a Christian Ecology (2024), in cui Morton interroga tradizioni religiose alla ricerca di un’ontologia della cura capace di parlare al presente.

Stile e impatto culturale

La scrittura di Morton alterna definizioni nette e lampi metaforici: un’argomentazione che lavora sulla mente ma anche sui sensi, e che spiega perché il suo lessico sia diventato utile a designer, artisti e musicisti (collaborazioni e dialoghi spaziano da Olafur Eliasson a Björk). L’arte, per Morton, è un laboratorio dove allenare l’attenzione agli intrecci dell’esistente.

Sul piano istituzionale, il profilo di Morton resta quello di un teorico transdisciplinare: formatosi nella letteratura romantica, insegna oggi a Rice e pubblica con case editrici filosofiche e umanistiche di primo piano (Harvard, Minnesota, Columbia, Verso, Pelican). L’ampiezza del catalogo rende visibile un percorso coerente: dall’ecocritica anti-“Natura”, attraverso l’ontologia degli oggetti, fino a una politica della solidarietà multispecie.

Dibattiti e critiche

Come ogni proposta forte, anche gli iperoggetti hanno generato discussione. Ursula K. Heise ha osservato che, se “tutto” tende a diventare iperoggetto, il concetto rischia di diluirsi; altri notano che il registro a tratti visionario può apparire criptico o scoraggiante sul piano politico. Morton ha riconosciuto di voler evitare toni catastrofisti, insistendo su forme di cura e responsabilità condivisa.

Per orientarsi nella lettura (itinerario consigliato)

  1. Being Ecological → ingresso rapido e chiaro nel vocabolario. 2) The Ecological Thought → la rete della co-esistenza e lo strange stranger. 3) Hyperobjects → il cuore teorico. 4) Dark Ecology → etica ed estetica del convivere con il danno. 5) Humankind → la proposta politica della solidarietà multi-specie. 6) Hyposubjects (con Boyer) → la postura umile per tempi complessi.

In una frase: Morton ci chiede di cambiare prospettiva—non “salvare la Natura” da lontano, ma imparare a vivere dentro un mondo reticolare di relazioni in cui anche ciò che non amiamo (la plastica, le scorie, i residui) fa parte del campo etico ed estetico in cui già abitiamo.


Aggiornamenti


Filosofia analitica / linguaggio / mente / logica

  • Charles Taylor (1931– ) — Canada — filosofia politica, identità moderna.
  • John Searle (1932– ) — USA — filosofia del linguaggio e della mente.
  • Saul Kripke (1940–2022) — USA — logica modale, filosofia del linguaggio.
  • Robert Brandom (1950– ) — USA — inferenzialismo, filosofia del linguaggio.
  • John McDowell (1942– ) — Sudafrica / Regno Unito — percezione, rapporto tra mondo e ragione.

Etica, filosofia politica, teoria della giustizia

  • Amartya Sen (1933– ) — India / mondiale — capacità, giustizia sociale e sviluppo.
  • Robert Nozick (1938–2002) — USA — teoria libertaria dello stato (Anarchy, State, and Utopia).
  • Michael Walzer (1935– ) — USA — teoria politica, guerre giuste, comunitarismo.
  • Derek Parfit (1942–2017) — Regno Unito — identità personale ed etica (Reasons and Persons).
  • Peter Singer (1946– ) — Australia — etica applicata, animal ethics.
  • Martha Nussbaum (1947– ) — USA — etica, diritti umani, approccio delle capacità.
  • Michael Sandel (1953– ) — USA — comunitarismo e critica del liberalismo.
  • Thomas Pogge (1953– ) — Germania/USA — giustizia globale, responsabilità istituzionale.

Continental, teoria critica, filosofia politica radicale

  • Alain Badiou (1937– ) — Francia — ontologia matematica, evento e verità.
  • Slavoj Žižek (1949– ) — Slovenia — Lacanismo + marxismo, critica ideologica.
  • Giorgio Agamben (1942– ) — Italia — biopolitica, stato d’eccezione.
  • Jean-Luc Nancy (1940–2021) — Francia — essere-con, comunità.
  • Jacques Rancière (1940– ) — Francia — politica, democrazia, estetica.
  • Peter Sloterdijk (1947– ) — Germania — teoria culturale, Spheres.
  • Axel Honneth (1949– ) — Germania — teoria del riconoscimento.
  • Bernard Stiegler (1952–2020) — Francia — tecnica, tempo e politica culturale.

Femminismi, studi di genere, postumanesimo

  • Judith Butler (1956– ) — USA — teoria della performatività di genere.
  • Donna Haraway (1944– ) — USA — cyborg manifesto, studi sulla scienza e tecnologia.
  • Rosi Braidotti (1954– ) — Italia/Paesi Bassi — femminismo postumano.
  • Hélène Cixous (1937– ) — Francia/Algeria — scrittura, femminismo filosofico.

Postcoloniale, teoria culturale e critica letteraria

  • Gayatri Chakravorty Spivak (1942– ) — India/USA — subaltern studies, postcolonial theory.
  • Homi K. Bhabha (1949– ) — India/UK — concetti di ibridità e mimicry.
  • Kwame Anthony Appiah (1954– ) — UK/Ghana/USA — cosmopolitismo e teoria dell’identità.
  • Achille Mbembe (1957– ) — Camerun — critica postcoloniale e necropolitica.

Filosofia della scienza / storia e sociologia delle conoscenze

  • Ian Hacking (1936–2023) — Canada — filosofia della scienza, realismi entitativi.
  • Bruno Latour (1947–2022) — Francia — studi sociali della scienza e ANT (Actor-Network Theory).
  • Paul Virilio (1932–2018) — Francia — velocità, guerra, tecnologia.

Critica culturale, letteraria e teoria sociale

  • Terry Eagleton (1943– ) — Regno Unito — teoria letteraria marxista.
  • Chantal Mouffe (1943– ) — Belgio — teoria democratica agonistica.
  • Nancy Fraser (1947– ) — USA — teoria della giustizia, femminismo critico.

  1. Simon Critchley — 1960 — Regno Unito / USA
    Ambiti: filosofia continentale, etica, filosofia politica, estetica. Critchley è noto per i suoi lavori su etica della perdonabilità, suon filosofia politica contemporanea e per il linguaggio divulgativo che avvicina il pubblico alle questioni filosofiche.

  2. Michael Hardt — 1960 — USA
    Ambiti: filosofia politica, teoria sociale, teoria critica. Co-autore con Antonio Negri di Empire (2000), è figura di riferimento nelle discussioni contemporanee su globalizzazione, moltitudine e nuove forme di potere.

  3. Huw Price — 1953 — Australia / Regno Unito
    Ambiti: filosofia della scienza, filosofia della probabilità, metafisica del tempo e della causalità. Filosofo noto per approcci originali alla temporalità e alla filosofia della fisica; ha ricoperto la Bertrand Russell Chair a Cambridge.

  4. Hasok Chang — 1967 — Corea del Sud / Regno Unito / USA
    Ambiti: storia e filosofia della scienza, pratiche sperimentali, filosofia sperimentale. Storico-filosofo della scienza, noto per studi su chimica storica, pratiche sperimentali e ricostruzione dei metodi scientifici.

  5. Peter Hallward — 1968 — Regno Unito
    Ambiti: filosofia politica, teoria francese contemporanea, critica politica. Conosciuto per i suoi studi su Badiou, Deleuze e il pensiero politico radicale; frequente contributore a riviste di teoria critica.

  6. Mark Fisher (1968–2017) — Regno Unito
    Ambiti: teoria culturale, critica politica, filosofia della cultura pop. Autore di Capitalist Realism, Fisher ha influenzato fortemente la riflessione su capitalismo culturale, depressione sociale e teoria politica contemporanea.

  7. Ray Brassier — 1965 — Regno Unito / internazionale
    Ambiti: ontologia, realismo filosofico, critica della fenomenologia. Filosofo associato al realismo speculativo; autore di Nihil Unbound, affronta tema del nichilismo e delle implicazioni ontologiche della scienza.

  8. Nick Land — 1962 — Regno Unito
    Ambiti: teoria culturale, teoria critica, accelerazionismo, speculative theory. Figura chiave del Cybernetic Culture Research Unit (CCRU) e spesso citato come pioniere delle idee che hanno formato l’accelerazionismo. (avvertenza: posizione intellettuale controversa).

  9. Nigel Warburton — 1962 — Regno Unito
    Ambiti: filosofia morale, storia della filosofia, divulgazione filosofica. Popolare autore di testi introduttivi che uniscono chiarezza e rigore (es. A Little History of Philosophy).

  10. David Chalmers — 1966 — Australia / USA
    Ambiti: filosofia della mente, coscienza, filosofia cognitiva. Coniugò popolarità accademica e pubblica con la formulazione del “problema difficile della coscienza” (the “hard problem”) e lavori su p-zombie, dualismo/physicalism.

  11. Elizabeth Grosz — 1952 — Australia / USA
    Ambiti: teoria femminista, filosofia del corpo, spazio e temporizzazione. Nota per gli studi su corporeità, temporalità e biopolitica dal punto di vista femminista e post-strutturalista.

  12. Paul Boghossian — 1957 — USA
    Ambiti: epistemologia, filosofia della mente e del linguaggio, realismo cognitivo. Filosofo analitico noto per lavori su relativismo epistemico, significato e natura della giustificazione razionale.

  13. Galen Strawson — 1952 — Regno Unito
    Ambiti: filosofia della mente, metafisica, libero arbitrio, persona. Conosciuto per posizioni forti su coscienza, panpsichismo e critica di alcune concezioni del libero arbitrio.

  14. Jason Stanley — 1969 — USA
    Ambiti: filosofia del linguaggio, epistemologia sociale, filosofia politica. Autore di lavori su linguaggio e propaganda; in anni recenti noto anche per analisi su come linguaggio e retorica favoriscano l’autoritarismo (How Fascism Works).

  15. Simon Glendinning — 1964 — Regno Unito
    Ambiti: filosofia europea, fenomenologia, filosofia della differenza, filosofia di Europa. Professore di European Philosophy; lavora su questioni sull’identità europea e la tradizione fenomenologica.

  16. R. Jay Wallace — 1957 — USA
    Ambiti: etica morale, filosofia pratica, ragione pratica e teoria delle emozioni morali. Autore importante in teoria dell’azione morale, senso dell’obbligazione e riconoscimento delle emozioni morali come la colpa o il risentimento.



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