Auguste Comte 1798
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Auguste Comte (1798–1857): il filosofo della scienza e dell’ordine
Nel pieno delle trasformazioni rivoluzionarie e industriali dell’Europa ottocentesca, Auguste Comte, nato a Montpellier nel 1798, getta le fondamenta di una nuova scienza: la sociologia. La sua è una filosofia dell’ordine e del progresso, un tentativo monumentale di riconciliare la razionalità scientifica con la coesione sociale in un tempo attraversato da crisi politiche e mutamenti strutturali profondi.
Comte fu allievo di Saint-Simon, da cui mutuò l’idea che la società dovesse essere studiata e diretta secondo princìpi scientifici. Ma fu proprio separandosi dal maestro che elaborò la sua teoria più nota: la legge dei tre stadi, secondo cui ogni sapere umano evolve attraverso tre fasi:
- Stadio teologico: il mondo è spiegato attraverso entità soprannaturali.
- Stadio metafisico: le spiegazioni si affidano a concetti astratti e forze impersonali.
- Stadio positivo: si rinuncia a ogni causa ultima, per descrivere i fenomeni tramite osservazione, esperienza e leggi scientifiche.
Questo approccio culmina nella sua opera maggiore, il Cours de philosophie positive (1830–1842), dove Comte propone una gerarchia delle scienze (matematica, astronomia, fisica, chimica, biologia, sociologia), culminante proprio nella nuova "fisica sociale", destinata a studiare sistematicamente il comportamento umano e le strutture collettive.
Nel suo pensiero si fondono razionalismo illuminista e una nuova forma di spiritualità laica: nel secondo periodo della sua vita, infatti, Comte propone una vera e propria “religione dell’umanità”, con tanto di calendario, rituali e clero laico. L’Umanità diventa il nuovo oggetto di culto, e il sapere scientifico si fa guida morale.
Comte esercitò un’influenza vasta: da Durkheim a Marx, da Stuart Mill a Carnap, fino alla sociologia contemporanea. Il suo motto – “Ordine e Progresso” – campeggia ancora oggi sulla bandiera del Brasile, testimonianza della sua eredità culturale globale.