mercoledì 28 maggio 2025

Corso di storia della filosofia: 101 six Dahrendorf 1929

Ralf Gustav Dahrendorf 1929

Ralf Gustav Dahrendorf, Barone Dahrendorf (Amburgo, 1º maggio 1929 – Colonia, 17 giugno 2009), è stato un sociologo, politologo e politico tedesco naturalizzato britannico.Di ispirazione liberale, Dahrendorf appartiene al filone della prospettiva del conflitto, e più precisamente ai teorici analitici di stampo weberiano.Dal 1969 al 1970 è stato membro del parlamento tedesco per il Partito Liberale Democratico e Segretario di stato nel Ministero degli esteri tedesco. Nel 1970 è divenuto membro della Commissione europea a Bruxelles, da cui si dimise nel 1974.Dal 1974 al 1984 è stato direttore della London School of Economics e, dal 1987 al 1997, Warden (l'equivalente del CEO o dell'amministratore delegato per una università) del St. Antony College all'Università di Oxford.Avendo adottato la cittadinanza britannica nel 1988, nel 1993 è stato nominato Lord a vita dalla regina Elisabetta II con il titolo di "Baron Dahrendorf of Clare Market in the City of Westminster".È stato primo patron dell'Internazionale liberale.I filoni della sua analisi sono essenzialmente due: le teorie della società e i fattori del conflitto.Egli sostiene che la tendenza al conflitto è insita nel sistema, nel quale coesistono gruppi con e senza potere, che perseguono interessi diversi.Molto forte in Dahrendorf è il concetto di "potere", che egli definisce, sulla scia di Max Weber, come la capacità di far fare agli altri quello che si vuole, cioè di farsi obbedire. Il potere determina la struttura sociale, anche in maniera coercitiva.Le "norme" - altro concetto chiave - sono stabilite e mantenute dal potere, e servono a tutelare degli interessi. Sono quindi funzionali agli interessi del potere e non frutto del consenso sociale. Una prova di ciò è nel fatto che a tutela delle norme sono previste delle sanzioni.Le norme, sostenute dal potere, definiscono i criteri di desiderabilità sociale, cioè le cose (valori, status, ambizioni, etc.) che sono generalmente desiderate dalla collettività. Questo contribuisce a stabilire un ordine gerarchico di status sociali. Le norme creano anche discriminazione verso chi non vi si conforma.Un altro concetto importante è quello di "autorità", in rapporto a quello di potere: l'autorità è l'esercizio del potere, ma con legittimità ed entro certi limiti. Per capire meglio si può far un esempio: un'università ha l'autorità sufficiente per chiedere la retta annuale ai propri iscritti, ma non, ad esempio, per estorcere prestazioni personali di altro tipo. Un ladro, invece, ha il potere di estorcere denaro, ma non l'autorità.Dahrendorf sostiene che la divisione in classi è determinata dal possesso o meno di autorità: il conflitto (di classe) coinvolge solo due parti, e l'autorità è ciò che le separa.Per quanto riguarda la mobilitazione e la protesta sociale, Dahrendorf, afferma che sono necessari quattro tipi di requisiti perché questa abbia luogo: tecnici (un fondatore, un'ideologia o uno statuto); politici (uno stato liberale, a differenza di uno autoritario, favorisce la protesta); sociali (la concentrazione geografica dei membri del gruppo, la facilità di comunicazione ed il reclutamento simile); psicologici (gli interessi da difendere devono apparire reali).Il conflitto sarà caratterizzato dal livello di violenza (il "tipo di armi", anche in senso metaforico, usato) e intensità, intesa come livello di dispendio di energie nella lotta.Il conflitto avviene tra chi dà e chi riceve ordini. Nello stato vi è una classe dirigente e una burocrazia composta di individui che contribuiscono a far sì che gli ordini del vertice siano rispettati da tutti. La presenza di questa burocrazia allarga la base del consenso. Vi è anche un conflitto tra governo e industria.

Corso di storia della filosofia: Alberoni 1929

Francesco Alberoni 1929


 

Francesco Alberoni (Borgonovo Val Tidone, 31 dicembre 1929) è un sociologo, giornalista, scrittore, docente e rettore italiano. Dopo aver studiato al Liceo Scientifico Respighi di Piacenza si trasferì a Pavia, dove fu allievo del Collegio Cairoli e si laureò in Medicina nel 1953. Sempre a Pavia studiò psichiatria, con Carlo Berlucchi e Gildo Gastaldi, e statistica stocastica con Giulio Maccacaro, divenendo allievo di Sir Ronald Fisher.

Studiò a Milano psicoanalisi con Franco Fornari, matematica e teoria dell'informazione con Guido Bortone, studiando inoltre con padre Agostino Gemelli. Fece ricerche sulla probabilità soggettiva pubblicate sul Journal of General Psycology nel 1959 e nel 1960.
Studiò con Alfred McClung Lee mezzi di comunicazione di massa. Fece ricerche sul divismo, che descrisse come pettegolezzo collettivo in una società di massa e con mezzi di comunicazione di massa (L'élite senza potere, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 1961).
In campo sociologico si occupò in modo sistematico delle discontinuità sociali e del processo per cui l'ordine sorge dal caso, e da qui nacque l'idea guida per la comprensione dei movimenti collettivi. Nelle sue ricerche fu in stretto rapporto con eccellenze del pensiero come Edgar Morin, Roland Barthes, Alain Touraine, Serge Moscovici, Michel Maffesoli, David Riesman, Neil Smelser, Samuel Bellah, Norman Brown e Sasha Weitman, con i quali collaborò partecipando a studi congiunti.
Dal 1982 al 2011, ogni lunedì, il Corriere della Sera ha ospitato in prima pagina una sua rubrica intitolata "Pubblico e privato".
Alberoni ha condotto studi nel campo della sociologia delle passioni individuali e collettive e, in particolare, dei movimenti collettivi e dell'innamoramento. Il testo univocamente identificato come pietra angolare della costruzione del pensiero sociologico di Alberoni è il libro Movimento e istituzione (1977). Il concetto sviluppato nel libro gravita attorno alla definizione dello stato nascente, la "condizione nascente", il momento in cui la leadership, le idee, la comunicazione si fondono dando origine al movimento. Questo primo lavoro era stato preceduto da Consumi e società (1964), altro testo indicato come prodromo dell'analisi dei consumi e dei consumatori e della nascita delle tecniche di marketing. Esiste un'edizione CDE su licenza Garzanti con Innamoramento e Amore e Le ragioni del bene e del male in un unico volume. Nel 1979 Alberoni pubblica Innamoramento e amore, in cui argomenta come l'innamoramento sia lo stato nascente di un movimento collettivo composto esclusivamente da due persone. La tesi centrale del libro, più volte ribadita, è che l'innamoramento costituisce il tentativo effettuato da due persone di operare una "rivoluzione" affettiva, morale e pragmatica delle loro vite. La tesi è debitrice, al sociologo Max Weber, del concetto di mutamento sociale provocato da una personalità carismatica, ma da una parte riporta la possibilità di questo mutamento al più piccolo movimento sociale esistente (la coppia), dall'altra la rivela come attitudine intrinseca a ciascun essere umano, non appannaggio delle sole "personalità carismatiche". Il testo è stato tradotto in diverse lingue, ha avuto decine di edizioni ed è tuttora ristampato.
Tra i lavori successivi ci sono L'amicizia (1984), tradotto in 13 lingue, e L'erotismo (1986), nel quale vengono confrontati l'erotismo maschile e quello femminile. Il libro vanta diverse traduzioni, anche nei paesi del Nord Europa e in Giappone.
Nel 1989 viene pubblicato L'altruismo e la morale. Nel 1991 esce Gli invidiosi, seguito da Il volo nuziale (1992), dove vengono esaminate le cotte pre-adolescenziali e adolescenziali per le star del cinema, e quindi la generale tendenza femminile a ricercare oggetti d'amore superiori. Nel 1994 riprendono, con L'ottimismo, le tematiche psicologiche - sociali.
L'ultima opera sui movimenti collettivi, che rappresenta il coronamento e l'esposizione generale della teoria di tali movimenti, è Genesi (1989), dove l'autore espone la teoria della democrazia e della formazione delle "civilizzazioni culturali", i grandi complessi istituzionali nati da movimenti come il Cristianesimo, l'Islam, e il Marxismo. L'opera è una straordinaria sintesi di tutto il lavoro sociologico alberoniano precedente e studia con sistematicità la discontinuità dei processo socio-storici.
Nel 1996 pubblica un'opera sistematica sull'innamoramento, la formazione, la durata e la crisi della coppia, con il saggio Ti amo, tradotto anche in cinese.

Nel 2002 pubblica La speranza, definendo questa virtù "la più importante per la vita".

Corso di storia della filosofia: Severino 1929

Emanuele Severino 1929


Emanuele Severino è un filosofo italiano nato il 26 febbraio 1929 a Brescia, Italia. È noto per le sue importanti riflessioni sulla filosofia dell'essere e della storia. Tra i concetti chiave del suo pensiero

vi è la nozione di "eternità" e la sua critica all'idea tradizionale di temporalità.Uno dei lavori più noti di Severino è il libro "La struttura originaria" pubblicato nel 1966, in cui sostiene che l'essere è eterno e immutabile, contrariamente all'idea tradizionale di un mondo in costante cambiamento e divenire. Questo concetto di eternità non si riferisce a una sorta di eternità trascendente, ma piuttosto a un'eternità che è presente in ogni momento dell'esperienza umana.

Severino ha anche affrontato questioni legate alla filosofia della storia, sostenendo che la storia non è un progresso lineare, ma piuttosto un ciclo eterno di ripetizioni. Questa prospettiva ha importanti implicazioni per la nostra comprensione del tempo e della nostra esistenza.

Il pensiero di Emanuele Severino ha suscitato un dibattito significativo tra gli studiosi della filosofia e ha influenzato altri filosofi contemporanei. La sua ricerca e il suo lavoro sono stati influenti soprattutto in Italia e in Europa.


Corso di storia della filosofia: 114 Baudrillard 1929

Jean Baudrillard 1929


La filosofia postmoderna è un movimento eclettico caratterizzato dalla critica postmoderna e dall'analisi della filosofia occidentale. E’ stata fortemente influenzata dalla fenomenologia, dallo strutturalismo, dall’esistenzialismo, dai filosofi Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger, Edmund Husserl, Ludwig Wittgenstein, dalla psicanalisi di Jacques Lacan, dallo strutturalismo di Roland Barthes, dal mondo dell'arte, in particolar modo da Marcel Duchamp.La filosofia postmoderna è caratterizzata dall'anti-fondazionismo, cioè dallo scetticismo verso le semplici opposizioni binarie che sono predominanti nella metafisica e nell'umanesimo occidentale. Per alcuni critici, questo scetticismo appare simile al relativismo o persino al nichilismo. Per altri viene visto come apertura al significato e all'autorità. Il marxista Ernest Mandel sostiene che il postmodernismo è l'ideologia del tardo capitalismo.I più influenti pensatori postmoderni sono stati Michel Foucault, Jean-François Lyotard, Jaques Derrida e Jean Baudrillard. Foucault approcciò la filosofia postmoderna da una prospettiva storica, fondandosi sullo strutturalismo, ma allo stesso tempo rifiutando lo strutturalismo ristoricizzando e destabilizzando le strutture filosofiche del pensiero occidentale. Considerò anche come la conoscenza è definita e cambiata dall'operato del potere.Gli scritti di Lyotard erano focalizzati sul ruolo delle narrazioni nella cultura umana, e in particolar modo su come tale ruolo sia cambiato quando abbiamo lasciato la modernità e siamo entrati in una condizione "postindustriale" o postmoderna. Sostenne che le filosofie moderne legittimano le loro affermazioni di verità non (come sostengono) su basi logiche o empiriche, ma piuttosto su basi di storie accettate (o "meta-narrazioni") sulla conoscenza e sul mondo, quello che Wittgenstein ha battezzato "giochi linguistici". Inoltre sostenne che nella nostra condizione postmoderna, queste meta-narrazioni non lavorano più per legittimare le affermazioni di verità. Suggerì che nel risveglio dal collasso delle metanarrative moderne, la gente sta sviluppando un nuovo "gioco linguistico" - uno che non afferma l'assoluta verità ma piuttosto celebra un mondo di relazioni sempre in mutazione (tra le persone e tra le persone e il mondo).Derrida, padre del decostruzionismo, è uno dei maggiori critici della metafisica occidentale. La filosofia a suo avviso privilegia infatti il concetto di presenza e di logos, come opposte all'assenza e alla scrittura segnica. Derrida perciò affermò di aver decostruito la filosofia occidentale sostenendo, per esempio, che l'ideale occidentale del logos viene minacciata dall'espressione di questa idea nella forma di segni da parte di un autore assente. Perciò, per enfatizzare questo paradosso, Derrida riformalizza la cultura umana come una rete disgiunta di segni e scritti che proliferano, in assenza dell'autore. Jean Baudrillard (1929-2007), di formazione sociologo, con interessi estesi al mondo della semiotica, della comunicazione e della politica, propone una teoria del simulacro (traendo ispirazione dai romanzi degli scrittori Philip K. Dick e James Graham Ballard) visto come significante senza reale significato. Un esempio classico quello di Marilyn Monroe, il cui volto compare pervasivamente nell'orizzonte dei massmedia, senza che tutti i consumatori dei media abbiano visto necessariamente anche un solo film dell'attrice, o conoscano anche un solo fatto della sua vita. Marilyn Monroe (come altre icone pop che circolano nella rete dei media) è svincolata da un qualsiasi referente, e in ultima analisi significa sé stessa. Baudrillard, a partire dalla sua riflessione sui simulacri, ha elaborato una sua teoria della società postmoderna vista come società dei simulacri, o società simulazionale.

Corso di storia della filosofia: 109 Habermas 1929

 Jürgen Habermas 1929

 

Jürgen Habermas (1929) è un filosofo, storico e sociologo tedesco nella tradizione della Teoria critica della Scuola di Francoforte (formata anche da T. W. Adorno, M. Horkheimer, H. Marcuse, E. Fromm).
Nei suoi scritti occupano una posizione centrale le tematiche epistemologiche inerenti alla fondazione delle scienze sociali reinterpretate alla luce della "svolta linguistica" della filosofia contemporanea; l'analisi delle società industriali nel capitalismo maturo; il ruolo delle istituzioni in una nuova prospettiva dialogico emancipativa in relazione alla crisi di legittimità che mina alla base le democrazie contemporanee e i meccanismi di formazione del consenso.
La sua elaborazione filosofica lo ha visto sempre impegnato nella critica del metodo del conoscere oggettivamente. Questo lo ha condotto sulla via della fondazione di una nuova ragione comunicativa che egli ritiene che possa liberare l'umanità dal principio di autorità. Infatti considera che solo il paradigma conoscitivo intersoggettivo quale elemento fondativo di una nuova ragione comunicativa va ben al di là di un astratto paradigma della soggettività di cui peraltro sollecita l'abbandono.
Ha studiato a Gottinga (1949/50), Zurigo (1950/51) e Bonn (1951-54) dove nel 1954 si laurea con una tesi dal titolo: L'Assoluto e la storia. Sull'ambivalenza nel pensiero di Schelling.
Ottiene l'abilitazione nel 1961 a Marburgo con lo scritto Mutamenti di struttura dell'opinione pubblica. Ricerche su una categoria della società civile, pubblicato successivamente in Italia come Storia e critica dell'opinione pubblica. Da quel momento inizia la carriera come professore di filosofia all'Università di Heidelberg, dove insegna fino al 1964. Dal 1964 al 1971 Habermas è stato professore di filosofia e sociologia alla Goethe-Universität di Francoforte. Nel 1971 si trasferisce a Starnberg nei pressi di Monaco, dove insieme a Carl Friedrich von Weizsäcker guida il "Max-Planck-Institut per la ricerca delle condizioni vitali del mondo tecnico scientifico". Nel 1981 pubblica il suo lavoro più importante, Teoria dell'agire comunicativo.
Nel 1983 torna a Francoforte dove gli viene assegnata la cattedra di filosofia con specializzazione in filosofia sociale e filosofia della storia e nel 1994 viene nominato Professore Emerito.
La teoria habermasiana contiene una logica dei livelli di sviluppo dell'umanità. Si può affermare che tanto più il "sistema"si forma differenziando se stesso e aumentando la propria complessità tanto maggiore sarà la colonizzazione della Lebenswelt da parte del "sistema", e tanto più gli uomini interiorizzeranno le imposizioni eteronome e sociali come imposizioni autonome individuali.
Habermas è anche noto per aver elaborato insieme a Karl-Otto Apel l'Etica del Discorso nella quale appoggiandosi alla struttura etica di una situazione dialogica ideale fa riferimento alla Teoria degli atti linguistici per definire le condizioni preliminari del Discorso libero da condizionamenti.
Il discorso pubblico si pone come modello di un agire comunicativo che indica la possibilità di un'unione sociale non coercitiva, basata sul criterio di riconoscimento intersoggettivo non violento, orientato all'intesa. Ad esso si oppone l'agire strumentale organizzato dalle logiche della tecnica e del dominio.

Filosofia da due soldi: Quando la filosofia fa male: il rischio di pensare troppo

  🔹 Quando la filosofia fa male: il rischio di pensare troppo Pensare è meraviglioso. Ma, come avvertiva Kierkegaard , la liber...