venerdì 4 aprile 2025

Corso di storia della filosofia: 79 Nietzsche 1844

Friedrich Wilhelm Nietzsche 1844

Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844-1900):
Critica radicale e progetto di un uomo nuovo

Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Röcken, vicino a Lützen, nel 1844, e muore a Weimar nel 1900. La sua opera rappresenta una delle vette più alte della filosofia moderna, coniugando una critica distruttiva del passato con un appassionato invito al futuro, alla creazione di un uomo capace di affrontare la tragicità dell’esistenza senza appoggiarsi a certezze metafisiche, morali o religiose.


Formazione e primi entusiasmi

Nietzsche studiò filosofia classica a Bonn e Lipsia, e in questi anni si manifesta il suo profondo interesse per Schopenhauer, di cui erediterà il pessimismo metafisico, e per la musica di Richard Wagner, con cui instaurerà un’amicizia destinata presto a spezzarsi a causa di divergenze profonde, sia estetiche sia filosofiche.

Nel 1869 viene nominato professore di filologia classica a Basilea. Nel 1872 pubblica Die Geburt der Tragödie aus dem Geiste der Musik (La nascita della tragedia dallo spirito della musica), opera in cui intreccia filosofia e analisi estetica, seguita dagli studi sui presocratici e dal saggio inedito del 1873 Über die Philosophie im tragischen Zeitalter der Griechen.

Tra il 1873 e il 1876 compone le Vier Unzeitgemäße Betrachtungen (Quattro considerazioni inopportune), che affrontano rispettivamente Strauss e la religione, l’utilità della storia, Schopenhauer e Wagner, segnando la prima fase della sua critica culturale, ancora ancorata a riferimenti filologici e alla storia della filosofia.


La fase critica: Menschliches, Allzumenschliches e oltre

Lasciata la cattedra nel 1879, Nietzsche soggiorna a lungo in Italia e in Engadina. Questo periodo, segnato dalla rottura con Wagner e dalla pubblicazione di opere come Menschliches, Allzumenschliches (1878), Morgenröte (1881) e soprattutto Die fröhliche Wissenschaft (1882), è definito “critico” o “illuministico”.

La fase critica è caratterizzata da:

  • Serrata demolizione dei valori tradizionali, in particolare morali e religiosi;

  • Analisi genealogica della cultura europea, con attenzione al senso storico delle tradizioni;

  • Studio dell’origine della decadenza della civiltà occidentale, ponendo le basi concettuali per il superamento del nichilismo.


Il periodo dei grandi temi: superuomo, eterno ritorno, volontà di potenza

Secondo Nietzsche, nell’agosto del 1881 si produce la svolta che introduce i concetti centrali del suo pensiero maturo:

  • Superuomo (Übermensch): l’uomo nuovo, capace di creare valori propri e di affrontare la vita senza ricorrere a certezze predefinite;

  • Eterno ritorno dell’identico: principio cosmico ed etico che invita a vivere come se ogni azione dovesse ripetersi all’infinito;

  • Volontà di potenza: forza fondamentale della vita, che si manifesta non solo come dominio sugli altri, ma come espressione massima delle potenzialità dell’individuo.

Opere centrali di questo periodo comprendono:

  • Also sprach Zarathustra (1883-85), testo in tono profetico e enigmatico;

  • Jenseits von Gut und Böse (1886) e Zur Genealogie der Moral (1887), analisi critica dei fondamenti morali della civiltà;

  • Der Fall Wagner (1888), Götzendämmerung (1889), Nietzsche contra Wagner (1889), Der Antichrist e Ecce Homo, in cui Nietzsche affronta cultura, religione, arte e politica con tono polemico e programmatico.


Salute, follia e l’eredità incompiuta

Dal gennaio 1889 Nietzsche cade in una crisi di follia a Torino, dalla quale non si riprende più, trascorrendo gli ultimi anni sotto le cure della madre e della sorella. Rimane incompiuta la sua opera finale, Der Wille zur Macht (La volontà di potenza), curata dalla sorella e da Peter Gast, edizione che per lungo tempo generò fraintendimenti e polemiche a causa della selezione e della disposizione dei materiali. Solo in epoca successiva è stata pubblicata un’edizione critica, rigorosa e filologicamente affidabile.


L’analisi della tragedia e la critica della civiltà

In La nascita della tragedia, Nietzsche sviluppa un’analisi radicale della Grecia antica, riformulando le valutazioni tradizionali:

  • L’apice della cultura greca non si trova nel periodo classico, ma negli inizi informi dei presocratici e nella tragedia di Eschilo e Sofocle;

  • La contrapposizione Dioniso-Apollo simboleggia il conflitto tra tragedia della vita e razionalizzazione fredda della realtà;

  • La filosofia socratica e platonica introduce la decadenza, portando a un’illusione di controllo e razionalità che condizionerà tutta la civiltà europea e il cristianesimo, instaurando un nichilismo strutturale.


Nichilismo e morte di Dio

Nietzsche osserva che la cultura europea è dominata da:

  • Memoria e ossequio al passato, che ostacolano il rinnovamento vitale;

  • Valori mistificatori, che nascondono esigenze vitali e motivazioni reali;

  • Cristianesimo: il cristianesimo storico, sviluppato da S. Paolo, propaga un giudizio negativo sulla vita, con pseudo-virtù che conducono al rifiuto della realtà.

La celebre “morte di Dio” non è un semplice ateismo, ma la constatazione che Dio non stimola più la creatività, ostacolando la scoperta di nuovi valori e provocando il nichilismo, ovvero la consapevolezza di una crisi radicale della civiltà.


Il lato positivo del nichilismo e la via del superuomo

Il nichilismo, pur segnando una crisi storica, offre anche un’opportunità:

  • È coscienza della crisi, necessaria per superarla;

  • Annuncia il superamento dell’uomo epigonico, attraverso la figura del superuomo;

  • Implica una mutazione radicale dell’uomo, non limitata a un ritorno alla natura o a sostituzioni di valori, ma a un salto evolutivo, in grado di valorizzare le potenzialità corporee, psicologiche e spirituali ancora inesplorate;

  • La volontà di potenza guida questo processo, come forza creativa e vitale capace di costruire nuovi valori e forme di esistenza.

Nietzsche, così, propone un progetto filosofico e programmatico, in cui critica radicalmente i valori tradizionali e al contempo suggerisce la creazione di una nuova forma di umanità, capace di vivere senza illusioni, in armonia con la tragicità e la complessità dell’esistenza.

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