martedì 20 maggio 2025

Corso di storia della filosofia: 101 penta Morin 1921

Edgar Morin 1921

Edgar Morin – Il pensatore della complessità

Edgar Nahoum, nato a Parigi l’8 luglio 1921 da famiglia ebrea sefardita originaria di Salonicco, è conosciuto in tutto il mondo con il nome che scelse nella clandestinità: Morin. Quel nome di battaglia, preso durante la Resistenza francese, non lo avrebbe mai abbandonato, diventando la firma sotto cui avrebbe firmato libri, saggi e idee per più di settant’anni.

La sua giovinezza si svolge in un’Europa in fiamme. Nel 1941 aderisce al Partito Comunista Francese, convinto che la lotta antifascista sia la priorità assoluta. Nella Resistenza incontra figure destinate a fare la storia, come François Mitterrand, e partecipa attivamente alla liberazione di Parigi nell’agosto del 1944. Pochi mesi dopo viene inviato a Landau, in Germania, dove ricopre incarichi militari di rilievo: attaché allo Stato Maggiore della Prima Armata francese e, nel 1945, Capo dell’Ufficio Propaganda del governo militare francese.

Alla fine del conflitto, i suoi occhi si posano su una Germania devastata, e da quell’esperienza nasce L’année zéro de l’Allemagne (“L’anno zero della Germania”), un libro lucido e umano che racconta un popolo in macerie, non solo materiali ma morali. L’opera cattura l’attenzione di Maurice Thorez, segretario del Partito Comunista e ministro, che lo invita a scrivere per la rivista Lettres Françaises.

Nel 1946 Morin torna a Parigi, abbandona la carriera militare e si dedica completamente alla vita intellettuale e politica. Tuttavia, il suo spirito critico lo porta presto in rotta di collisione con la linea ufficiale del partito: la sua opposizione allo stalinismo diventa sempre più netta. Nel 1951, dopo un articolo pubblicato su Le Nouvel Observateur (allora France-Observateur), viene espulso.

È una svolta. Nel 1950 entra al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), grazie anche al sostegno del filosofo Maurice Merleau-Ponty, e si orienta verso l’antropologia sociale. Qui Morin inizia a percorrere la strada che lo renderà famoso: quella del pensiero transdisciplinare, capace di intrecciare sociologia, antropologia, biologia, filosofia e comunicazione.

Negli anni ’60 viaggia in America Latina, visitando Brasile, Cile, Bolivia, Perù e Messico. In Brasile resta colpito dalla vitalità della cultura afro-brasiliana; in Messico, dalla resilienza delle comunità indigene. Da queste esperienze nasce il libro L’esprit du temps, in cui indaga il rapporto tra cultura di massa e società contemporanea.

Poco dopo, conduce un’originale ricerca multidisciplinare su una comunità bretone, pubblicata come La Métamorphose de Plozevet (1967). L’opera, tra le prime di etnologia sulla Francia contemporanea, gli vale l’etichetta di “eretico” negli ambienti accademici, proprio perché unisce metodi e saperi tradizionalmente separati. Morin non si lascia scoraggiare: anzi, questo lo spinge a lavorare sempre più lontano dalla Parigi intellettuale.

Nel 1968, in pieno fermento politico e culturale, sostituisce Henri Lefebvre all’Università di Nanterre. L’anno successivo vola in California, al Salk Institute di La Jolla, e si immerge nella rivoluzione scientifica aperta dalla scoperta del DNA. Qui intreccia biologia, teoria dell’informazione, cibernetica e teoria dei sistemi: le basi di quello che diventerà il suo marchio di fabbrica, il pensiero della complessità.

Morin non si limita a teorizzare: vuole riformare il modo stesso di pensare. Per lui, il sapere frammentato dell’epoca moderna è incapace di affrontare i problemi planetari. È necessario ricucire le discipline, educare a un pensiero capace di collegare, non solo di separare. Come scriverà più tardi:

“La conoscenza deve essere una navigazione in un oceano di incertezze, tra arcipelaghi di certezze.”

Oggi, a più di un secolo dalla sua nascita, Edgar Morin è considerato uno dei grandi maestri del nostro tempo, un intellettuale che ha cercato di unire ciò che la cultura tende a dividere. Il suo nome, nato nella clandestinità, è ormai sinonimo di sguardo globale e curiosità senza confini.


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