lunedì 14 aprile 2025

Corso di storia della filosofia: 105 Foucault 1926

Paul Michel Foucault 1926

Paul Michel Foucault (1926 –1984) filosofo, archeologo dei saperi, saggista letterario, professore al Collège de France, tra i grandi pensatori del XX secolo, realizzò il progetto propugnato da Nietzsche che segnalava la mancanza di una storia della follia, del crimine e del sesso.Egli studiò lo sviluppo delle prigioni, degli ospedali, delle scuole e di altre grandi organizzazioni sociali, teorizzando il modello carcerario del panopticon, ideato da Jeremy Bentham come paradigma della società moderna. Importanti sono anche i suoi studi sulla sessualità, con particolare attenzione agli ultimi due secoli, epoca in cui la sfera del sesso è oggetto di volontà di sapere e di potere nonché di pratica confessionale.Foucault studia filosofia e psicologia all’École Normale Supérieure con Maurice Merleau-Ponty e Louis Althusser, ma gli anni giovanili sono ossessionati dal problema della sua omosessualità, con ripetuti tentativi di suicidio ed abuso di alcolici.

Nel 1961 pubblica Storia della follia nell'età classica.
Nel 1963 esce Nascita della Clinica: un’archeologia dello sguardo medico.

Nel 1969 pubblica L’archeologia del sapere. In queste opere analizza i processi di costituzione e di formazione del sapere nelle scienze umane, introducendo il concetto di episteme, vale a dire l'insieme delle formazioni discorsive performanti per i sistemi concettuali di una determinata epoca storica, in un determinato contesto geografico e sociale.
Nel 1970 è professore di Storia dei Sistemi di Pensiero al Collège de France. Dai suoi corsi nascerà nel 1975 Sorvegliare e punire: nascita della prigione. Il tema della microfisica del potere viene affrontato secondo un modello di funzionamento che si esercita attraverso un'organizzazione reticolare, circolare, che funziona solo a catena. Non c’è netta divisione tra coloro che lo detengono e coloro che lo subiscono. Il potere non è mai localizzato esclusivamente nelle mani di alcuni come una ricchezza o un bene. E’ qualcosa che condiziona ma che lascia margini di gioco, di distorsione, di sviluppo.
Nel 1976 esce il primo volume della Storia della sessualità, La volontà di sapere; cui seguiranno nel 1984 gli altri due volumi L’uso dei piaceri e La cura di sé. In essa si sostiene che attraverso i nostri desideri, si creano nuove forme di relazione, nuove forme d’amore, nuove forme di creazione. Il sesso non è dunque una fatalità; ma possibilità di una vita creativa.
Con la modernità la sessualità ci appare come una caratteristica intrinseca al sé, a tal punto da sentire il bisogno di dichiarare una identità sessuale e addirittura le proprie scelte sessuali.
Nel 1966 esce Le parole e le cose. E’ errato però credere che questa sia la conquista di una sessualità repressa nei secoli che solo ora, attraverso lotte di emancipazione, viene ad esprimersi. Si tratta piuttosto di una pratica confessionale che prosegue in maniera diffusa la volontà di potere e di sapere delle istituzioni religiose e secolari. Il sapere è oggi un mezzo per sorvegliare la gente e controllarla, non più in maniera brutalmente repressiva come in passato, ma con una raffinatezza più funzionale e pervasiva, un biopotere, che costruisce corpi e desideri.

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