Johann Gottlieb Fichte 1762
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Johann Gottlieb Fichte nacque il 19 maggio 1762 a Rammenau, in Sassonia (Germania). È considerato uno dei maggiori esponenti dell’Idealismo tedesco, successore diretto del pensiero di Immanuel Kant.
Figlio di una famiglia povera, mostrò fin da giovane un grande talento intellettuale. Grazie al sostegno di un nobile locale, poté studiare presso buone scuole e poi frequentare l'Università di Jena e quella di Leipzig, concentrandosi su filosofia e teologia.
Il vero punto di svolta nella sua carriera avvenne intorno al 1791, quando, mentre studiava Kant, scrisse un'opera intitolata "Saggio di una critica di ogni rivelazione". Questa opera fu inizialmente pubblicata anonimamente e molti la attribuirono a Kant stesso. Quando si scoprì che l’autore era Fichte, la sua fama crebbe rapidamente.
Nel 1794, ottenne la cattedra di filosofia all’Università di Jena, succedendo di fatto a Kant come nuova voce centrale della filosofia. È in questo periodo che sviluppò il suo sistema filosofico personale, che chiamò "dottrina della scienza" (Wissenschaftslehre).
Punti chiave del pensiero di Fichte:
Al centro di tutto c’è l’Io: è l'Io che pone se stesso e il mondo.
A differenza di Kant, che lasciava un "mondo noumenico" fuori dalla nostra conoscenza, per Fichte tutto è prodotto dell’attività dell’Io.
L'Io si definisce opponendosi al "Non-Io" (la realtà esterna), creando così la base della conoscenza e dell’esperienza.
La filosofia di Fichte è molto dinamica: il soggetto non è statico, ma si realizza agendo, lottando, migliorandosi.
Dal punto di vista politico, Fichte fu anche un patriota appassionato. Durante l'occupazione napoleonica della Germania, pronunciò i celebri "Discorsi alla nazione tedesca" (1808), che divennero un simbolo di risveglio nazionale e culturale.
Negli ultimi anni della sua vita, Fichte continuò a insegnare filosofia a Berlino, dove fu anche il primo rettore dell'Università Humboldt. Morì nel 1814 a Berlino, a causa di un’infezione contratta assistendo la moglie malata.
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