Voltaire 1694

Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet, nacque il 21 novembre 1694 a Parigi. È stato uno dei più celebri e pungenti filosofi dell’Illuminismo francese, noto per il suo spirito critico, l’ironia tagliente e l’instancabile difesa della ragione, della tolleranza e della libertà di pensiero.
✍️ Opere principali
Voltaire fu un autore prolifico: scrisse saggi, tragedie, pamphlet, poesie, lettere e romanzi. Tra le sue opere più note:
Candido, o l’ottimismo (Candide ou l’optimisme, 1759)
Romanzo filosofico satirico in cui critica duramente l’ottimismo metafisico di Leibniz, rappresentato dal personaggio del filosofo Pangloss. Il protagonista attraversa guerre, disastri naturali e persecuzioni, fino alla conclusione: “Bisogna coltivare il nostro giardino” – un invito alla concretezza e all’azione.
Trattato sulla tolleranza (Traité sur la tolérance, 1763)
Scritto in seguito al caso Calas (un protestante ingiustamente condannato alla morte), è un'opera contro il fanatismo religioso e in difesa della libertà di coscienza.
Lettere filosofiche (Lettres philosophiques, 1734)
Frutto del suo soggiorno in Inghilterra, in cui loda la tolleranza inglese, la libertà di stampa, e il pensiero scientifico, contrapponendoli alla situazione francese.
🧠 Il pensiero
Voltaire fu un critico feroce dell’assolutismo monarchico, dell’intolleranza religiosa e della superstizione. Nonostante non fosse ateo, combatteva la Chiesa cattolica in quanto istituzione repressiva, coniando l’espressione:
"Écrasez l'infâme!" (schiacciate l’infame!) – riferito all’intolleranza e al fanatismo.
Credeva nella ragione umana, nella libertà di espressione e nei diritti naturali dell’individuo. Fu anche ammiratore della scienza e sostenitore dell’empirismo.
🌍 Influenza e eredità
Voltaire fu una figura chiave nella diffusione delle idee illuministe in Europa. Intrattenne fitti scambi epistolari con intellettuali e sovrani (come Federico II di Prussia e Caterina II di Russia) e influenzò profondamente il pensiero laico e razionalista dell’età moderna.
Morì il 30 maggio 1778, a Parigi, accolto nuovamente in patria dopo un lungo esilio. I suoi resti furono traslati al Pantheon di Parigi durante la Rivoluzione Francese.
Nessun commento:
Posta un commento