
Positivismo
Il positivismo filosofico è un movimento di pensiero nato nel XIX secolo che sostiene che la conoscenza autentica deriva solo dall’esperienza sensibile e dalla scienza, rifiutando la metafisica, le speculazioni astratte e i sistemi non verificabili.
Origini e contesto
Il positivismo si sviluppa in un’epoca di grande fiducia nel progresso scientifico e tecnologico, nel pieno della rivoluzione industriale. La filosofia cerca di adeguarsi al modello delle scienze naturali, puntando sull’osservazione, la sperimentazione e la verifica.
Auguste Comte – Il fondatore del positivismo
Auguste Comte (1798–1857) è considerato il padre del positivismo. Secondo lui, la società e la storia si evolvono attraverso tre stadi:
- Teologico: il mondo è spiegato con l’intervento di divinità.
- Metafisico: le cause sono spiegate con entità astratte.
- Positivo: si basa sull’osservazione, l’esperimento e la scienza.
Comte propone anche una nuova “fisica sociale”, che diventerà la sociologia, cioè la scienza che studia i fenomeni sociali con metodo scientifico.
I principi fondamentali del positivismo
- Solo ciò che è osservabile e verificabile ha valore conoscitivo.
- Il metodo scientifico è il modello per tutte le discipline, anche quelle umane.
- La filosofia deve diventare una sintesi delle scienze, non una disciplina autonoma.
- La religione e la metafisica sono fasi superate della conoscenza umana.
Positivismo e scienza
Il positivismo ispira molti pensatori che cercano di applicare il metodo scientifico alla psicologia, alla sociologia, all’economia e al diritto. Nasce l’idea di una società organizzata razionalmente secondo i principi della scienza.
Sviluppi successivi
Nel XX secolo, il positivismo evolve in:
- Neo-positivismo o positivismo logico (es. il Circolo di Vienna), che unisce scienza e logica formale.
- Critiche post-positiviste (Kuhn, Popper, Feyerabend), che mettono in dubbio l’oggettività della scienza e il suo progresso lineare.
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