lunedì 30 giugno 2025

Corso di psicologia: Introduzione alla psicologia


📦 MODULO 1 – Introduzione alla psicologia

🎯 Obiettivi:

  • Capire cos'è la psicologia e cosa studia
  • Distinguere i principali approcci teorici
  • Iniziare a riflettere sul proprio modo di pensare e comportarsi

📚 Contenuti:

🔹 Cos’è la psicologia?

La psicologia è la scienza che studia il comportamento umano e i processi mentali, come il pensiero, le emozioni, la percezione e la coscienza.
Essa cerca di rispondere a domande fondamentali:

  • Perché pensiamo quello che pensiamo?
  • Da dove nascono le nostre emozioni?
  • Come prendiamo decisioni?

🔹 I metodi della psicologia

  • Metodo sperimentale: si basa sull’osservazione controllata e sulla verifica di ipotesi (es. laboratorio).
  • Metodo clinico: usato nella psicoterapia, privilegia il colloquio e l’osservazione del singolo caso.
  • Metodo osservativo: osservazione diretta del comportamento in contesti naturali (es. scuola, famiglia).

🔹 Le principali scuole teoriche

  1. Comportamentismo (Watson, Skinner): studia solo ciò che è osservabile, il comportamento. L’ambiente condiziona la risposta.
  2. Psicoanalisi (Freud): esplora l’inconscio, i desideri nascosti e i conflitti interiori.
  3. Cognitivismo (Piaget, Beck): si concentra sui processi mentali, come attenzione, memoria e pensiero.
  4. Umanesimo (Rogers, Maslow): sottolinea il potenziale umano, la crescita personale e il bisogno di autorealizzazione.

🔹 Figure professionali

  • Psicologo: laureato in psicologia, esperto in processi mentali e comportamento.
  • Psicoterapeuta: psicologo (o medico) con specializzazione in psicoterapia.
  • Psichiatra: medico specializzato nei disturbi mentali, può prescrivere farmaci.

📝 Attività:

1. Diario: “Che idea ho della psicologia?”

Scrivi una pagina in cui racconti la tua idea iniziale di psicologia. Da dove proviene? Da esperienze, libri, film, scuola? Cosa ti incuriosisce o ti preoccupa di più?

2. Visione guidata: 🎬 Inside Out (Disney Pixar)

Guarda il film e rispondi:

  • Quale emozione ti ha colpito di più e perché?
  • Cosa ti ha insegnato sul rapporto tra emozioni e memoria?
  • In che modo il film mostra la crescita psicologica?

🔍 Test di autovalutazione

Scegli la risposta corretta tra le alternative (A, B, C o D)

1. Quale tra questi NON è un metodo usato in psicologia?
A. Metodo sperimentale
B. Metodo induttivo-armonico
C. Metodo clinico
D. Metodo osservativo

2. Quale scuola psicologica si concentra sui comportamenti osservabili?
A. Cognitivismo
B. Psicoanalisi
C. Comportamentismo
D. Umanesimo

3. Secondo Freud, il comportamento umano è influenzato principalmente da:
A. Condizionamenti ambientali
B. Desideri inconsci e conflitti interiori
C. Ricerca di autorealizzazione
D. Processi cognitivi automatici

4. Il cognitivismo si occupa principalmente di:
A. Emozioni represse
B. Comportamenti appresi
C. Pensiero e memoria
D. Risposte condizionate

5. Qual è la differenza tra psicologo e psichiatra?
A. Lo psicologo prescrive farmaci, il psichiatra no
B. Lo psichiatra è laureato in psicologia
C. Lo psicologo si occupa solo di bambini
D. Il psichiatra è un medico e può prescrivere farmaci


✅ Risposte test:

  1. B
  2. C
  3. B
  4. C
  5. D


venerdì 27 giugno 2025

Corso di storia della filosofia: Reza Negarestani 1977

Reza Negarestani (1977)
Il pensatore che fonde filosofia e narrativa

Nato nel 1977 in Iran, Reza Negarestani è oggi riconosciuto come una delle figure più originali e influenti della filosofia contemporanea radicale. La sua traiettoria intellettuale è tutt’altro che convenzionale: unisce speculazione filosofica, narrativa sperimentale e riflessione critica, dando vita a un approccio unico che ha ridefinito il confine tra filosofia, teoria culturale e letteratura.

Fin dai suoi primi lavori, Negarestani ha mostrato una spiccata attitudine a pensare il pensiero stesso come materiale da esplorare, modellare e narrare. La sua filosofia non è mai separata dall’immaginazione; al contrario, ogni concetto filosofico è trattato come se fosse un protagonista di un racconto, un’entità capace di interagire con mondi reali e ipotetici. In questo senso, Negarestani è al centro del filone noto come critical/speculative theory, e in particolare della corrente della theory-fiction, in cui teoria filosofica e scrittura narrativa si intrecciano in maniera indissolubile.

Cyclonopedia: filosofia come viaggio nell’oscurità

Il suo libro più noto, Cyclonopedia: Complicity with Anonymous Materials (2008), rappresenta il manifesto di questo approccio. L’opera è un vero e proprio labirinto intellettuale, un testo che sfida le categorie tradizionali tra saggio filosofico, romanzo e trattato di geopolitica. Ambientato in Medio Oriente, Cyclonopedia esplora la storia, la politica e la cultura attraverso una lente che combina teoria filosofica radicale, horror cosmico e speculazione metafisica. Qui, il petrolio diventa una forza quasi vivente, un agente che plasma eventi storici, società e conflitti. L’opera è insieme provocatoria, complessa e affascinante, e ha posto Negarestani all’avanguardia di una filosofia che non teme di sconvolgere le convenzioni accademiche.

Filosofia speculativa e pensiero radicale

Oltre a Cyclonopedia, Negarestani ha contribuito in modo significativo alla filosofia speculativa contemporanea. La sua riflessione si concentra sulla capacità del pensiero di creare modelli astratti e concettuali che permettono di indagare realtà e possibilità al di là del contingente e dell’esperienziale. Il suo lavoro affronta temi come la metafisica del materiale, la politica dei sistemi complessi, l’ontologia dei processi e la relazione tra linguaggio, concetto e mondo. La scrittura di Negarestani non è mai puramente tecnica: è una scrittura che avvolge il lettore, lo sfida a pensare in maniera radicale e a sperimentare la filosofia come un’esplorazione dell’ignoto.

Influenza e impatto culturale

Negarestani ha influenzato intere generazioni di filosofi, artisti e teorici. La sua capacità di mescolare narrativa, speculazione filosofica e critica culturale ha aperto nuove prospettive per la teoria contemporanea, consolidando la sua posizione come figura di riferimento nella filosofia radicale internazionale. La sua opera invita a considerare la filosofia non come un insieme di principi fissi e immutabili, ma come un campo aperto di invenzione concettuale e sperimentazione estetica.

Il segno di Negarestani nella filosofia contemporanea

Reza Negarestani rappresenta una delle voci più affascinanti della contemporaneità perché trasforma la filosofia in un’avventura intellettuale che coinvolge mente, immaginazione e percezione del mondo. In lui, il pensiero radicale non è mai astratto per il gusto dell’astrazione: è un’esperienza che chiede al lettore di navigare tra mondi concettuali complessi, di interrogarsi su ciò che appare familiare e di confrontarsi con ciò che sfugge alla comprensione immediata.

In definitiva, Negarestani non è solo un filosofo: è un architetto di mondi concettuali, un narratore di idee e un teorico che ha ridefinito i confini della speculazione intellettuale, lasciando una traccia indelebile nella filosofia contemporanea e nella cultura teorica internazionale.

giovedì 26 giugno 2025

Corso di storia della filosofia: Goff 1972

Philip Goff 1972

Ambiti: filosofia della mente, coscienza, panpsichismo contemporaneo

Philip Goff è oggi una delle voci più influenti nel dibattito filosofico sulla coscienza. Nato nel 1972 nel Regno Unito, Goff ha dedicato la sua carriera a esplorare uno dei problemi più affascinanti e complessi della filosofia e della scienza: come e perché la materia fisica dà origine all’esperienza soggettiva, al mondo interiore che ciascuno di noi vive.


1. Il problema della coscienza

Il problema della coscienza, noto anche come “hard problem” della filosofia della mente, consiste nell’individuare la connessione tra processi fisici cerebrali e esperienza soggettiva: il colore rosso, il gusto del caffè, il dolore o la gioia. La scienza moderna descrive i processi neurali con precisione, ma Goff osserva che queste spiegazioni non riescono a catturare il “come ci si sente” di tali processi.

Per affrontare questa lacuna, Goff propone il panpsichismo, una teoria secondo cui la coscienza non è un’eccezione riservata agli organismi complessi, ma una proprietà fondamentale della realtà. In altre parole, ogni unità di materia possiede, in qualche forma, una coscienza o esperienza. Questo rovescia la visione tradizionale secondo cui la coscienza emerge improbabilmente da sistemi complessi, trasformando l’esperienza soggettiva in un elemento costitutivo della realtà stessa.


2. Opere principali e contributi filosofici

2.1 Consciousness and Fundamental Reality (2017)

In questo testo Goff sostiene che la coscienza sia centrale nella struttura dell’universo. La materia da sola non basta a spiegare la ricchezza della vita mentale; occorre considerare la coscienza come una proprietà primaria, alla pari dello spazio, del tempo o della massa. L’opera combina filosofia analitica rigorosa e esempi intuitivi, rendendo accessibile un tema complesso a lettori non specialisti.

2.2 Galileo’s Error: Foundations for a New Science of Consciousness (2019)

Qui Goff ripercorre la storia della scienza moderna, mostrando come Galileo e i suoi successori abbiano escluso l’esperienza soggettiva dalla misurazione scientifica. Questo rifiuto, secondo Goff, ha impedito di considerare la coscienza come un fenomeno fondamentale. Il libro mescola storia della scienza, filosofia e riflessioni teoriche, invitando il lettore a ripensare il ruolo dell’esperienza soggettiva nell’universo.

2.3 Articoli accademici

Goff ha scritto numerosi saggi su riviste specializzate, dove approfondisce tematiche come:

  • Il legame tra coscienza e fisica contemporanea
  • Il rapporto tra neuroscienze e panpsichismo
  • Le limitazioni delle spiegazioni riduzioniste classiche

3. Il panpsichismo contemporaneo

Il panpsichismo di Goff non è un antico misticismo, ma una proposta rigorosa e coerente. Secondo questa visione, l’universo può essere immaginato come un “mosaico di coscienze”, in cui ogni particella possiede una forma minimale di esperienza, e le coscienze più complesse, come quelle umane, emergono dalla combinazione di queste esperienze fondamentali.

💡 Esempio narrativo: immagina un atomo di carbonio non come un punto inerte, ma come una minuscola entità capace di esperire la propria esistenza. Quando miliardi di atomi si organizzano in un cervello umano, queste esperienze elementari si combinano per formare la ricchezza della coscienza umana.


4. Dialogo tra filosofia e scienza

Una delle caratteristiche più interessanti del lavoro di Goff è il suo dialogo con le scienze naturali. Non si limita alla speculazione filosofica, ma esplora come le ipotesi panpsichiste possano integrarsi con:

  • La fisica quantistica, considerata come descrizione del comportamento della materia a livello elementare
  • La neuroscienza, dove i processi cerebrali sono visti come una combinazione di esperienze minime già presenti a livello atomico
  • La cosmologia, nella quale la coscienza può diventare un principio fondamentale della realtà, simile alla massa o all’energia

Questa interazione rende il panpsichismo contemporaneo una proposta scientificamente rispettabile, oltre che filosoficamente affascinante.


5. L’impatto e il fascino di Philip Goff

Il contributo di Goff è rilevante perché:

  • Rende la filosofia della mente accessibile a un pubblico ampio
  • Offre una risposta innovativa al problema della coscienza
  • Collega filosofia, scienza e intuizione narrativa

Le sue opere mostrano che la realtà potrebbe essere molto più ricca e viva di quanto immaginiamo. La materia non è solo oggetto passivo di leggi fisiche, ma intrinsecamente esperienza, e studiarla significa avvicinarsi al mistero più profondo dell’esistenza.

mercoledì 25 giugno 2025

Corso di storia della filosofia: de Botton 1969


Alain de Botton
ritratto di un filosofo-pubblico

Alain de Botton (nato a Zurigo il 20 dicembre 1969) è uno scrittore, saggista e divulgatore filosofico di origine svizzera, cittadino britannico, divenuto figura centrale del «public philosophy» contemporaneo: ossia dell’opera di traduzione e applicazione del pensiero filosofico ai problemi quotidiani, alle scelte esistenziali e alle forme della cultura materiale. È autore di numerosi saggi e romanzi filosofici che hanno avuto grande diffusione internazionale e ha fondato istituzioni rivolte alla «educazione emotiva» e alla promozione del pensiero sul vivere comune.


1. Biografia essenziale e formazione accademica

De Botton trascorse l’infanzia tra la Svizzera e il Regno Unito; la sua formazione scolastica comprende esperienze in istituti britannici (tra cui il Dragon School e Harrow) e un brillante percorso universitario: laurea in Storia con «double starred first» a Gonville & Caius (Cambridge), seguito da un MPhil in Filosofia a King’s College London (1991–1992). In seguito avviò un dottorato di ricerca in filosofia francese a Harvard, che tuttavia non completò, scegliendo la strada della scrittura rivolta a un largo pubblico. Questa combinazione di solide basi umanistiche e di un orientamento interdisciplinare ha marcato fin dall’inizio il suo modo di lavorare.


2. Linee teoretiche e orientamento metodologico

Il nucleo distintivo dell’approccio di de Botton è metodologico: egli adotta gli strumenti dell’analisi filosofica (argomentazione razionale, storia delle idee, riferimento alla tradizione) ponendoli al servizio di problemi pratici — il senso del lavoro, la gestione dell’ansia sociale, la qualità dell’abitare, la cura delle relazioni. Non si tratta di pura divulgazione pop: de Botton costruisce testi che oscillano tra il saggio, la critica culturale e il pamphlet morale, spesso accompagnati da riferimenti letterari e storici, esempi concreti e capsule narrative. Il suo metodo combina tre mosse ricorrenti: (1) individuare un disagio contemporaneo; (2) richiamare figure del canone (filosofi, scrittori, architetti) come risorse interpretative; (3) tradurre l’insegnamento in suggerimenti pratici o in iniziative culturali.

Questa impostazione spiega la popolarità dell’autore e insieme la critica che gli viene mossa: la chiarezza e la praticità gli assicurano un vasto pubblico, mentre i filosofi accademici gli rimproverano talvolta semplificazioni o una riduzione terapeutica del pensiero critico.


3. Opere principali e temi ricorrenti: analisi puntuale

Alain de Botton è autore di decine di titoli; qui seguono i libri più rilevanti per comprendere l’ampiezza del suo progetto e i temi che lo attraversano.

Essays in Love” (1993). Romanzo-saggio che esplora il fenomeno dell’innamoramento mediante una scrittura che alterna introspezione romanzesca e riflessione teorica. Ha costituito il primo grande successo commerciale e ha introdotto la cifra stilistica dell’autore: il registro personale al servizio di questioni universali.

How Proust Can Change Your Life” (1997). Esempio paradigmatico del suo metodo: leggere Proust non come arido filologo ma come insegnante pratico di vita (sull’arte dell’attenzione, sulle relazioni, sul tempo).

The Consolations of Philosophy” (2000). Opera in cui de Botton riprende alcuni classici (Socrate, Epicuro, Seneca, Montaigne, Schopenhauer, Nietzsche) e ne ricava riflessioni rivolte ai mali contemporanei (insoddisfazione, incertezza, rimorso). Il libro è emblematico del suo progetto: recuperare il patrimonio filosofico come strumento di sollievo pratico.

The Art of Travel” (2002). Indagine filosofico-pratica sul viaggio: perché viaggiamo, cosa cerchiamo, come evitare le delusioni. De Botton intreccia esperienza personale, letteratura e teoria estetica.

Status Anxiety” (2004). Analisi ampia dei timori legati alla posizione sociale in società competitive: de Botton scompone le fonti dell’ansia da status (comparazione, meritocrazia, vanità) e suggerisce misure culturali e personali per contenere l’angoscia sociale.

The Architecture of Happiness” (2006). Un testo che esplicita l’interesse dell’autore per l’ambiente costruito: architettura, forme e materiali parlano di identità e benessere; la qualità degli spazi influisce sull’umore collettivo e individuale.

The Pleasures and Sorrows of Work” (2009) e “A Week at the Airport” (2009). Inchieste narrative che mostrano la sua inclinazione verso la micro-sociologia applicata: osservazione del lavoro concreto, del dettaglio quotidiano e del ruolo delle istituzioni nello svolgimento delle vite lavorative.

The Course of Love” (2016). Romanzo e riflessione che torna sul tema delle relazioni durature, interrogando aspettative romantiche e pratiche di convivenza a lungo termine.

Questi titoli non sono solo catalogabili come “libri popolari”: formano un corpus coerente che attraversa alcune questioni ricorrenti: la gestione dell’ansia esistenziale; la traduzione della riflessione filosofica in pratiche di vita; la cura del vivere quotidiano (abiti, case, lavoro, relazioni).


4. Progetti istituzionali e pratiche pubbliche: School of Life e Living Architecture

De Botton non si è limitato a scrivere. Ha tradotto le sue intuizioni in istituzioni concrete.

La School of Life, fondata nel 2008 a Londra insieme a un gruppo di collaboratori, è un organismo che offre corsi, pubblicazioni, consulenze e prodotti culturali sul tema dell’«educazione emotiva»: come orientarsi nel lavoro, nelle relazioni, nella cura di sé e degli altri tramite strumenti (corsi, workshop, video, libri) che mescolano psicologia, filosofia e arti. L’iniziativa si è estesa a livello internazionale con sedi, programmi online e una produzione multimediale ampia.

Living Architecture (lanciata nel 2009) è un progetto parallelo e coerente con il saggio sull’architettura: commissionare e rendere fruibili abitazioni contemporanee ideate da architetti di spicco (Peter Zumthor, MVRDV, Michael Hopkins, NORD, ecc.) per il pubblico in forma di affitti per vacanze. L’idea è democratica: permettere al grande pubblico di «vivere» l’architettura contemporanea — non solo studiarla sui libri — e così aumentare l’apprezzamento e la sensibilità verso la qualità dello spazio costruito. Per questo progetto de Botton è stato riconosciuto dalla comunità professionale (ad esempio con un riconoscimento onorario da RIBA).

Queste iniziative mostrano come la sua filosofia sia pratica: non teoria fine a sé stessa, ma intervento culturale e istituzionale volto a costruire strumenti sociali concreti.


5. Forme comunicative: da libri a TV, mostre, podcast

De Botton ha moltiplicato i formati espressivi: oltre ai libri, ha curato documentari televisivi (ad esempio adattamenti come il programma ispirato a The Consolations of Philosophy), serie documentarie su canali pubblici, interventi TED, contenuti audio e la produzione di mostre (con progetti come Art as Therapy, che ha portato suoi materiali espositivi in musei internazionali). La pluralità dei canali contribuisce alla sua funzione di «ponte» tra la cultura specialistica e la quotidianità pubblica.


6. Critica, controversie, limiti epistemologici

Il giudizio accademico su de Botton è diviso e piuttosto netto. Da un lato gli è riconosciuto il merito di popolarizzare idee complesse e di introdurre il pensiero filosofico in contesti pratici; dall’altro gli si rimprovera, soprattutto in ambito universitario e specialistico, uno stile che scivola verso la semplificazione, la terapia e il «consigliismo» morale, talvolta privo della profondità argomentativa richiesta dalla filosofia analitica o dalla storicità rigorosa del pensiero. Riviste culturali e critici spesso lo accusano di «smussare» i concetti per renderli vendibili. Alcuni critici sottolineano inoltre la tendenza a mescolare consigli di vita con valutazioni estetiche o morali non sempre argomentate sul piano teorico.

A livello personale, de Botton è talvolta stato al centro di polemiche mediatiche (un esempio noto: la sua reazione pubblica a una recensione negativa de The Pleasures and Sorrows of Work, con scambi accesi sui blog e la successiva ritirata/scusa); episodi del genere hanno alimentato discussioni sulla dimensione del «public intellectual» e sui limiti dell’uso dei social e dei canali diretti per rispondere alla critica.


7. Valutazione critica complessiva e contributo alla sfera pubblica

Dal punto di vista storico e sociologico delle idee, l’apporto di de Botton è significativo: egli ha contribuito a ricollocare la filosofia nel tessuto della vita civile quotidiana, rendendola strumento non solo di analisi ma di cura sociale. Anche laddove la sua interpretazione delle tradizioni filosofiche risulti semplificata, il merito rimane quello di aver ampliato la domanda di riflessione pubblica su temi che le istituzioni educative tradizionali trattano raramente (gestione dell’ansia, gestione del desiderio sociale, ruolo dell’arte e dell’architettura nel benessere). Le sue istituzioni (School of Life, Living Architecture) sono esperimenti pratici della tesi che la cultura applicata possa produrre servizi pubblici di utilità civica.

È utile leggere de Botton tenendo insieme due livelli: (1) il piano terapeutico-pratico, in cui egli è efficace e originale; (2) il piano speculativo-storico, dove il lettore più esigente dovrà integrare — con testi accademici e criticità metodologiche — le asserzioni più generali dell’autore.


8. Selezione bibliografica essenziale

Indicativa e non esaustiva — per i riferimenti precisi alle edizioni consultare i siti editoriali o il catalogo personale dell’autore.

  • Essays in Love (1993).
  • How Proust Can Change Your Life (1997).
  • The Consolations of Philosophy (2000).
  • The Art of Travel (2002).
  • Status Anxiety (2004).
  • The Architecture of Happiness (2006).
  • The Pleasures and Sorrows of Work (2009).
  • A Week at the Airport (2009).
  • The Course of Love (2016).

Per una panoramica completa e aggiornamenti sui progetti, il sito ufficiale dell’autore e la pagina della School of Life sono le fonti primarie.

Corso di storia della filosofia: Morton 1968


Timothy Morton (1968)
Ecologia filosofica, iperoggetti e pensiero orientato agli oggetti

Filosofo e saggista britannico con base negli Stati Uniti, Timothy Morton è tra le voci più originali dell’ecocritica contemporanea. Dalla prima mossa teorica — smontare l’idea romantica di “Natura” — fino alla celebre nozione di iperoggetti, Morton costruisce una cassetta degli attrezzi concettuale per pensare l’Antropocene senza illusioni ma anche senza fatalismi, con uno stile che mescola rigore speculativo e immaginazione poetica. Oggi è Rita Shea Guffey Chair in English alla Rice University.

Tra ecologia e ontologia: il progetto intellettuale

Morton arriva all’ecologia passando per l’ontologia. In Ecology Without Nature (2007) sostiene che la parola “Natura” funzioni come un effetto estetico che allontana il pensiero dai concreti intrecci tra umani e non umani: per parlare di ecologia bisogna rinunciare all’aura mistificante del “naturale”. In The Ecological Thought (2010) propone la visione della mesh (la “rete” di co-esistenza) e dello strange stranger (l’alterità che non si lascia mai esaurire), invitando a una solidarietà epistemica con ciò che non capiamo fino in fondo.

Parallelamente Morton dialoga con l’Object-Oriented Ontology (OOO): in Realist Magic (2013) afferma, tra l’altro, che la causalità ha una dimensione intrinsecamente estetica — gli oggetti “si toccano” attraverso apparenze, non per trasparenza di essenze. L’OOO diventa così la piattaforma metafisica per ripensare l’ecologia oltre l’antropocentrismo.

I concetti chiave

Iperoggetti. In Hyperobjects: Philosophy and Ecology After the End of the World (2013) Morton chiama iperoggetti entità così diffuse nello spazio e nel tempo da eccedere ogni localizzazione: il riscaldamento globale, la plastica oceanica, le scorie radioattive. Hanno proprietà contro-intuitive: “viscosità” (ti restano addosso), “non-località” (agiscono senza un qui-e-ora unico), “fasi” (appaiono/scompaiono), “temporalità profonda” e “inter-oggettività”. L’idea ha circolato ben oltre l’accademia, influenzando arte e cultura pop.

Ecologia oscura. Dark Ecology (2016) invita a un’estetica dell’“inquieto abitare”: accettare che conviviamo con cose tossiche e perturbanti (dai rifiuti al petrolio) e che la cura passa anche dalla visibilità del danno, non dal suo esilio simbolico.

Humankind e il “reale simbiotico”. In Humankind: Solidarity with Nonhuman People (2017) Morton propone il symbiotic real: il dato di fatto che esistiamo in un intreccio non gerarchico con altri viventi e non viventi. Da qui, una politica della solidarietà che estende il “noi” oltre la specie.

Divulgazione ecologica. Con Being Ecological (2018) e All Art Is Ecological (2021) Morton distilla il pensiero in forme accessibili: manuali brevi che mostrano come l’attenzione ecologica sia un modo di percepire, non un menu di buone azioni.

Hyposubjects. Nel piccolo libro scritto con l’antropologo Dominic Boyer (2021), gli hyposubjects sono soggetti umili, adattivi, capaci di navigare la complessità senza pretese di controllo: un ritratto etico dell’umano all’altezza degli iperoggetti.

Svolte recenti. Tra gli sviluppi più recenti c’è Hell: In Search of a Christian Ecology (2024), in cui Morton interroga tradizioni religiose alla ricerca di un’ontologia della cura capace di parlare al presente.

Stile e impatto culturale

La scrittura di Morton alterna definizioni nette e lampi metaforici: un’argomentazione che lavora sulla mente ma anche sui sensi, e che spiega perché il suo lessico sia diventato utile a designer, artisti e musicisti (collaborazioni e dialoghi spaziano da Olafur Eliasson a Björk). L’arte, per Morton, è un laboratorio dove allenare l’attenzione agli intrecci dell’esistente.

Sul piano istituzionale, il profilo di Morton resta quello di un teorico transdisciplinare: formatosi nella letteratura romantica, insegna oggi a Rice e pubblica con case editrici filosofiche e umanistiche di primo piano (Harvard, Minnesota, Columbia, Verso, Pelican). L’ampiezza del catalogo rende visibile un percorso coerente: dall’ecocritica anti-“Natura”, attraverso l’ontologia degli oggetti, fino a una politica della solidarietà multispecie.

Dibattiti e critiche

Come ogni proposta forte, anche gli iperoggetti hanno generato discussione. Ursula K. Heise ha osservato che, se “tutto” tende a diventare iperoggetto, il concetto rischia di diluirsi; altri notano che il registro a tratti visionario può apparire criptico o scoraggiante sul piano politico. Morton ha riconosciuto di voler evitare toni catastrofisti, insistendo su forme di cura e responsabilità condivisa.

Per orientarsi nella lettura (itinerario consigliato)

  1. Being Ecological → ingresso rapido e chiaro nel vocabolario. 2) The Ecological Thought → la rete della co-esistenza e lo strange stranger. 3) Hyperobjects → il cuore teorico. 4) Dark Ecology → etica ed estetica del convivere con il danno. 5) Humankind → la proposta politica della solidarietà multi-specie. 6) Hyposubjects (con Boyer) → la postura umile per tempi complessi.

In una frase: Morton ci chiede di cambiare prospettiva—non “salvare la Natura” da lontano, ma imparare a vivere dentro un mondo reticolare di relazioni in cui anche ciò che non amiamo (la plastica, le scorie, i residui) fa parte del campo etico ed estetico in cui già abitiamo.


Aggiornamenti


Filosofia analitica / linguaggio / mente / logica

  • Charles Taylor (1931– ) — Canada — filosofia politica, identità moderna.
  • John Searle (1932– ) — USA — filosofia del linguaggio e della mente.
  • Saul Kripke (1940–2022) — USA — logica modale, filosofia del linguaggio.
  • Robert Brandom (1950– ) — USA — inferenzialismo, filosofia del linguaggio.
  • John McDowell (1942– ) — Sudafrica / Regno Unito — percezione, rapporto tra mondo e ragione.

Etica, filosofia politica, teoria della giustizia

  • Amartya Sen (1933– ) — India / mondiale — capacità, giustizia sociale e sviluppo.
  • Robert Nozick (1938–2002) — USA — teoria libertaria dello stato (Anarchy, State, and Utopia).
  • Michael Walzer (1935– ) — USA — teoria politica, guerre giuste, comunitarismo.
  • Derek Parfit (1942–2017) — Regno Unito — identità personale ed etica (Reasons and Persons).
  • Peter Singer (1946– ) — Australia — etica applicata, animal ethics.
  • Martha Nussbaum (1947– ) — USA — etica, diritti umani, approccio delle capacità.
  • Michael Sandel (1953– ) — USA — comunitarismo e critica del liberalismo.
  • Thomas Pogge (1953– ) — Germania/USA — giustizia globale, responsabilità istituzionale.

Continental, teoria critica, filosofia politica radicale

  • Alain Badiou (1937– ) — Francia — ontologia matematica, evento e verità.
  • Slavoj Žižek (1949– ) — Slovenia — Lacanismo + marxismo, critica ideologica.
  • Giorgio Agamben (1942– ) — Italia — biopolitica, stato d’eccezione.
  • Jean-Luc Nancy (1940–2021) — Francia — essere-con, comunità.
  • Jacques Rancière (1940– ) — Francia — politica, democrazia, estetica.
  • Peter Sloterdijk (1947– ) — Germania — teoria culturale, Spheres.
  • Axel Honneth (1949– ) — Germania — teoria del riconoscimento.
  • Bernard Stiegler (1952–2020) — Francia — tecnica, tempo e politica culturale.

Femminismi, studi di genere, postumanesimo

  • Judith Butler (1956– ) — USA — teoria della performatività di genere.
  • Donna Haraway (1944– ) — USA — cyborg manifesto, studi sulla scienza e tecnologia.
  • Rosi Braidotti (1954– ) — Italia/Paesi Bassi — femminismo postumano.
  • Hélène Cixous (1937– ) — Francia/Algeria — scrittura, femminismo filosofico.

Postcoloniale, teoria culturale e critica letteraria

  • Gayatri Chakravorty Spivak (1942– ) — India/USA — subaltern studies, postcolonial theory.
  • Homi K. Bhabha (1949– ) — India/UK — concetti di ibridità e mimicry.
  • Kwame Anthony Appiah (1954– ) — UK/Ghana/USA — cosmopolitismo e teoria dell’identità.
  • Achille Mbembe (1957– ) — Camerun — critica postcoloniale e necropolitica.

Filosofia della scienza / storia e sociologia delle conoscenze

  • Ian Hacking (1936–2023) — Canada — filosofia della scienza, realismi entitativi.
  • Bruno Latour (1947–2022) — Francia — studi sociali della scienza e ANT (Actor-Network Theory).
  • Paul Virilio (1932–2018) — Francia — velocità, guerra, tecnologia.

Critica culturale, letteraria e teoria sociale

  • Terry Eagleton (1943– ) — Regno Unito — teoria letteraria marxista.
  • Chantal Mouffe (1943– ) — Belgio — teoria democratica agonistica.
  • Nancy Fraser (1947– ) — USA — teoria della giustizia, femminismo critico.

  1. Simon Critchley — 1960 — Regno Unito / USA
    Ambiti: filosofia continentale, etica, filosofia politica, estetica. Critchley è noto per i suoi lavori su etica della perdonabilità, suon filosofia politica contemporanea e per il linguaggio divulgativo che avvicina il pubblico alle questioni filosofiche.

  2. Michael Hardt — 1960 — USA
    Ambiti: filosofia politica, teoria sociale, teoria critica. Co-autore con Antonio Negri di Empire (2000), è figura di riferimento nelle discussioni contemporanee su globalizzazione, moltitudine e nuove forme di potere.

  3. Huw Price — 1953 — Australia / Regno Unito
    Ambiti: filosofia della scienza, filosofia della probabilità, metafisica del tempo e della causalità. Filosofo noto per approcci originali alla temporalità e alla filosofia della fisica; ha ricoperto la Bertrand Russell Chair a Cambridge.

  4. Hasok Chang — 1967 — Corea del Sud / Regno Unito / USA
    Ambiti: storia e filosofia della scienza, pratiche sperimentali, filosofia sperimentale. Storico-filosofo della scienza, noto per studi su chimica storica, pratiche sperimentali e ricostruzione dei metodi scientifici.

  5. Peter Hallward — 1968 — Regno Unito
    Ambiti: filosofia politica, teoria francese contemporanea, critica politica. Conosciuto per i suoi studi su Badiou, Deleuze e il pensiero politico radicale; frequente contributore a riviste di teoria critica.

  6. Mark Fisher (1968–2017) — Regno Unito
    Ambiti: teoria culturale, critica politica, filosofia della cultura pop. Autore di Capitalist Realism, Fisher ha influenzato fortemente la riflessione su capitalismo culturale, depressione sociale e teoria politica contemporanea.

  7. Ray Brassier — 1965 — Regno Unito / internazionale
    Ambiti: ontologia, realismo filosofico, critica della fenomenologia. Filosofo associato al realismo speculativo; autore di Nihil Unbound, affronta tema del nichilismo e delle implicazioni ontologiche della scienza.

  8. Nick Land — 1962 — Regno Unito
    Ambiti: teoria culturale, teoria critica, accelerazionismo, speculative theory. Figura chiave del Cybernetic Culture Research Unit (CCRU) e spesso citato come pioniere delle idee che hanno formato l’accelerazionismo. (avvertenza: posizione intellettuale controversa).

  9. Nigel Warburton — 1962 — Regno Unito
    Ambiti: filosofia morale, storia della filosofia, divulgazione filosofica. Popolare autore di testi introduttivi che uniscono chiarezza e rigore (es. A Little History of Philosophy).

  10. David Chalmers — 1966 — Australia / USA
    Ambiti: filosofia della mente, coscienza, filosofia cognitiva. Coniugò popolarità accademica e pubblica con la formulazione del “problema difficile della coscienza” (the “hard problem”) e lavori su p-zombie, dualismo/physicalism.

  11. Elizabeth Grosz — 1952 — Australia / USA
    Ambiti: teoria femminista, filosofia del corpo, spazio e temporizzazione. Nota per gli studi su corporeità, temporalità e biopolitica dal punto di vista femminista e post-strutturalista.

  12. Paul Boghossian — 1957 — USA
    Ambiti: epistemologia, filosofia della mente e del linguaggio, realismo cognitivo. Filosofo analitico noto per lavori su relativismo epistemico, significato e natura della giustificazione razionale.

  13. Galen Strawson — 1952 — Regno Unito
    Ambiti: filosofia della mente, metafisica, libero arbitrio, persona. Conosciuto per posizioni forti su coscienza, panpsichismo e critica di alcune concezioni del libero arbitrio.

  14. Jason Stanley — 1969 — USA
    Ambiti: filosofia del linguaggio, epistemologia sociale, filosofia politica. Autore di lavori su linguaggio e propaganda; in anni recenti noto anche per analisi su come linguaggio e retorica favoriscano l’autoritarismo (How Fascism Works).

  15. Simon Glendinning — 1964 — Regno Unito
    Ambiti: filosofia europea, fenomenologia, filosofia della differenza, filosofia di Europa. Professore di European Philosophy; lavora su questioni sull’identità europea e la tradizione fenomenologica.

  16. R. Jay Wallace — 1957 — USA
    Ambiti: etica morale, filosofia pratica, ragione pratica e teoria delle emozioni morali. Autore importante in teoria dell’azione morale, senso dell’obbligazione e riconoscimento delle emozioni morali come la colpa o il risentimento.



martedì 24 giugno 2025

Corso di storia della filosofia: Williamson 1955

Timothy Williamson – Il filosofo delle frontiere del sapere



Quando pensiamo alla filosofia contemporanea, spesso ci viene in mente un territorio complesso, fatto di concetti astratti, linguaggi tecnici e ragionamenti che sembrano lontani dalla vita quotidiana. Ma c’è un filosofo inglese che ha saputo mantenere questo rigore senza mai rinunciare alla chiarezza delle idee: Timothy Williamson (1955–), considerato uno dei più importanti pensatori viventi nel campo dell’epistemologia e della logica.

Nato nel Regno Unito, Williamson ha attraversato le università più prestigiose del mondo – da Oxford a Yale – e ha dato un’impronta originale alla filosofia analitica, quella corrente che ama i ragionamenti precisi, la logica stringente e i concetti ben definiti. Non è mai stato un autore “di moda”: il suo lavoro richiede attenzione e concentrazione, ma è proprio questa serietà a renderlo una delle voci più rispettate e ascoltate oggi.


Il cuore della sua filosofia: il sapere come stato mentale

Se dovessimo riassumere in poche parole il contributo di Williamson, potremmo dire che ha rivoluzionato il modo in cui pensiamo al sapere.
Tradizionalmente, la filosofia diceva: “sapere qualcosa” significa avere una credenza vera giustificata. Una definizione che risale a Platone e che, con mille correzioni, ha dominato per secoli. Ma Williamson ha alzato la mano e ha detto: forse è il contrario.

Nel suo libro più influente, Knowledge and Its Limits (2000), propone l’idea che il sapere non sia una combinazione di credenze, verità e giustificazioni, ma piuttosto uno stato mentale primitivo. In altre parole: non possiamo ridurre il sapere ad altro. Sapere è una condizione fondamentale, qualcosa che esiste a sé stante, come “vedere” o “sentire dolore”.

Questo cambio di prospettiva sembra sottile, ma è enorme: significa trattare il sapere come la base di partenza, non come la somma di pezzi separati. Un po’ come dire che l’acqua non è solo idrogeno più ossigeno, ma una sostanza con proprietà sue, irreducibili.


Oltre l’epistemologia: la logica e i limiti del linguaggio

Williamson non si è fermato all’epistemologia. È anche un grande esperto di logica formale e filosofia del linguaggio. Ha affrontato temi difficilissimi, come i paradossi vaghi.
Un esempio? Il classico paradosso del mucchio: se togli un granello di sabbia da un mucchio, resta un mucchio. Ma se togli granello dopo granello, a un certo punto il mucchio scompare… ma quando, esattamente? Williamson risponde a questi enigmi con teorie matematiche e logiche raffinatissime, dimostrando che la filosofia non è solo speculazione, ma anche precisione concettuale.


Lo stile: rigore senza fronzoli

Chi legge Williamson nota subito una cosa: non è un autore che ama le metafore o i voli retorici. La sua prosa è asciutta, dritta al punto, quasi matematica. Alcuni la trovano ostica, ma altri la vedono come una virtù: leggere Williamson significa entrare in un laboratorio di idee, dove nulla è lasciato al caso.

Eppure, dietro questa austerità, c’è sempre un obiettivo più ampio: capire come pensiamo, come conosciamo, come usiamo le parole. Non è un accademico che scrive per pochi: le sue teorie hanno un impatto diretto sulla filosofia della scienza, sulla logica, persino sulla politica del sapere in un mondo dominato dalle fake news.


Perché ci riguarda

Può sembrare che le riflessioni di Williamson vivano in torri d’avorio, ma in realtà ci toccano ogni giorno.

  • Quando ci chiediamo: “Come faccio a sapere se quello che leggo è vero?”, stiamo usando strumenti epistemologici.
  • Quando discutiamo di cosa significa “essere giusti” o “essere liberi”, stiamo maneggiando concetti vaghi che lui stesso ha studiato.
  • Quando il mondo sembra sommerso da informazioni, Williamson ci ricorda che il sapere è una bussola fondamentale, che non si riduce a un’opinione ben giustificata, ma ha una sua solidità propria.

L’eredità in corso

Oggi Timothy Williamson continua a insegnare e a scrivere, e il suo pensiero resta un punto di riferimento per chiunque si avvicini alla filosofia analitica. È un esempio raro di rigore intellettuale che non teme la complessità, ma al tempo stesso sa affrontare le domande più semplici: che cosa significa sapere? come distinguiamo la verità dall’illusione?

In un’epoca in cui spesso confondiamo informazione con conoscenza, Williamson ci ricorda che il sapere è qualcosa di più profondo, più stabile, più umano. E che vale sempre la pena difenderlo.


Corso di storia della filosofia: Veneziani 1955

Marcello Veneziani 1955

Marcello Veneziani (Bisceglie, 17 febbraio 1955) è un giornalista, scrittore e filosofo italiano.
Laureato in filosofia all'Università di Bari, inizia la carriera di giornalista nel 1977 collaborando al periodico Voce del Sud di Lecce. Poi, nel 1979, entra nella redazione barese del quotidiano Il Tempo. Giornalista professionista dal 1982. Scrive a lungo su Il Giornale, collabora con Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa, il Secolo d'Italia, L'Espresso, Panorama, Il Mattino, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno e La Gazzetta del Mezzogiorno. Redattore del Giornale Radio Rai di mezzanotte, prende parte a vari programmi televisivi e da vent'anni collabora come commentatore della Rai. Attualmente è editorialista con Il Tempo, La Verità e Panorama.
Ritenuto uno tra gli intellettuali di spicco della destra italiana, Veneziani ha significativamente tentato di rivalutare, in diverse pubblicazioni, l'operato del pensatore tradizionalista Julius Evola. In diverse sue pubblicazioni Veneziani ha sviluppato una dura critica alla globalizzazione incentrata, in particolare, sul profilo culturale: Veneziani sostiene la tradizione patriottica e cristiana dell'Europa contro la filosofia del mondialismo e quella che ha più volte definito "retorica dei diritti umani".
Nel 1995 pubblicò il saggio Sinistra e destra: risposta a Norberto Bobbio, in esplicita polemica col libro del filosofo torinese Destra e sinistra, uscito l'anno precedente. Nel suo saggio Veneziani, accusando Bobbio di compromissioni col regime fascista, scrisse che se «un antifascista come Bobbio ha potuto far carriera sotto il fascismo, allora vuol dire che non è stato quel regime totalitario e liberticida che lo stesso Bobbio ha descritto; oppure che Bobbio era allineato con il regime, benché risultasse nel movimento Giustizia e Libertà». A tali accuse Bobbio rispose con una lettera a Marcello Veneziani che, assieme alla controreplica di Veneziani, fu pubblicata sul Corriere della Sera del 13 agosto 1995.
Nel luglio 2012 pubblicò su Il Giornale un provocatorio articolo in cui affermava come «la specie umana abbia cambiato programma e usi la promozione dell'omosessualità, anche in tv, come una delle astuzie per estinguersi». L'articolo suscitò reazioni indignate.


martedì 17 giugno 2025

Corso di storia della filosofia: Benvenuto 1948

Sergio Benvenuto 1948


Sergio Benvenuto (nato nel 1948) è un filosofo, psicoanalista e scrittore italiano.

È noto per i suoi contributi nella teoria psicoanalitica e per il suo lavoro interdisciplinare

che si estende dalla filosofia alla cultura contemporanea. Ecco alcune informazioni sui

suoi contributi e interessi principali:

Psicoanalisi: Sergio Benvenuto è uno psicoanalista di formazione e ha lavorato su diverse tematiche psicoanalitiche. Ha scritto su concetti fondamentali della psicoanalisi, tra cui l'inconscio, il desiderio e la sessualità.

Filosofia: Ha un forte interesse per la filosofia continentale e ha contribuito all'interpretazione e all'applicazione della filosofia fenomenologica e post-strutturalista nella teoria psicoanalitica e nella critica culturale.

Teoria della cultura: Benvenuto ha scritto ampiamente sulla cultura contemporanea e la società. Ha affrontato questioni legate all'identità, al genere, alla sessualità e all'arte nella cultura contemporanea.

Letteratura e critica letteraria: Ha pubblicato diversi libri sulla letteratura e sulla critica letteraria, esplorando la relazione tra la letteratura e la psicoanalisi. Ha anche scritto saggi sulla scrittura creativa e sull'opera di autori come Marcel Proust.

Cultura visiva: Ha contribuito alla cultura visiva con analisi critiche sulle immagini e l'arte contemporanea, concentrandosi su questioni come l'iconografia, l'immagine del corpo e l'arte contemporanea.

Sergio Benvenuto è noto per il suo approccio interdisciplinare e per la sua capacità di collegare la psicoanalisi, la filosofia e la cultura contemporanea. Ha scritto numerosi articoli e libri e ha partecipato attivamente ai dibattiti intellettuali in Italia e all'estero. La sua vasta gamma di interessi spazia dalla psicoanalisi alla filosofia, dalla letteratura alla cultura visiva, contribuendo in modo significativo alla comprensione delle dinamiche della mente umana e della cultura contemporanea.



lunedì 16 giugno 2025

Corso di storia della filosofia: Cavarero 1947

Adriana Cavarero 1947

Adriana Cavarero è una filosofa italiana nata il 17 novembre 1947 a Bra, in Italia. È conosciuta per il suo lavoro in diverse aree della filosofia, tra cui la filosofia politica, la filosofia femminista, la filosofia dell'identità e la filosofia della voce. Cavarero è stata una delle voci più influenti nella riflessione filosofica contemporanea sull'identità personale, la soggettività e la narrazione.

Ecco alcuni dei concetti e dei contributi più noti di Adriana Cavarero:
Voce e Narrazione: Cavarero è famosa per il suo lavoro sulla voce e la narrazione, in particolare nel suo libro "For More than One Voice" (1995). In questo testo, analizza il ruolo della voce nel costituire l'identità e la relazione con gli altri. La voce è vista come un'indicazione della nostra unicità e del nostro legame con il mondo.

Filosofia Politica: Cavarero ha anche contribuito alla filosofia politica, esplorando questioni di giustizia, pluralismo e cittadinanza. Il suo libro "Tu che mi guardi, tu che mi racconti" (2000) analizza la politica della testimonianza e il ruolo delle storie personali nella sfera pubblica.

Filosofia Femminista: Cavarero è una figura importante nella filosofia femminista italiana. Ha scritto sull'importanza di una filosofia che tenga conto delle esperienze delle donne e delle questioni di genere.

Hannah Arendt: Cavarero ha studiato e scritto ampiamente sull'opera di Hannah Arendt, una filosofa politica e teorica sociale del XX secolo. La sua interpretazione delle opere di Arendt ha avuto un impatto significativo sulla comprensione della teoria politica di questa autrice. 

Identità e Differenza: La riflessione di Cavarero si è concentrata sulla questione dell'identità personale, dell'alterità e della differenza. Ha esplorato come la voce, la narrazione e l'ascolto possano contribuire a definire chi siamo e come ci rapportiamo agli altri.Adriana Cavarero è una figura chiave nella filosofia contemporanea e ha influenzato una vasta gamma di campi, tra cui la filosofia, la teoria politica, la filosofia femminista e la teoria della narrativa. Il suo lavoro ha aperto nuove prospettive sulla natura umana e sulle dinamiche delle relazioni umane.

domenica 15 giugno 2025

Corso di storia della filosofia: Marramao 1946

 Giacomo Marramao 1946

Giacomo Marramao (Catanzaro, 18 ottobre 1946) è un filosofo e professore universitario italiano.
Allievo di Eugenio Garin, nel 1969 si è laureato in Filosofia all'Università di Firenze. Dal 1971 al 1975 ha proseguito gli studi all'Università di Francoforte, lavorando soprattutto intorno ai diversi filoni del marxismo italiano ed europeo. Nel 1971 ha pubblicato Marxismo e revisionismo in Italia, rintracciando in Gentile la chiave di volta filosofica del marxismo italiano. Dal 1976 al 1995 ha insegnato "Filosofia della politica" e "Storia delle dottrine politiche" presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Nel 1979 è uscito il suo libro Il politico e le trasformazioni, nel quale ha posto a confronto le tematiche del marxismo europeo degli anni '20-30 con le analisi delle trasformazioni del politico di Carl Schmitt (del cui pensiero egli è stato uno dei primi riscopritori). A partire dal volume Potere e secolarizzazione (1983) è venuto elaborando una teoria simbolica del potere (e del nesso politica-tempo) incentrata sulla ricostruzione ‘archeologica' dei presupposti del razionalismo occidentale.
Fondamentali, nel dibattito politico-culturale e filosofico degli anni Ottanta, le sue collaborazioni a due riviste: Laboratorio politico (1981-1983) diretto da Mario Tronti e il Centauro (1981-1986), diretto da Biagio de Giovanni.
È stato direttore scientifico della Fondazione Basso-Issoco, membro del Collège International de Philosophie di Parigi e professore honoris causa all'Università di Bucarest. Nel 2005 la Presidenza della Repubblica francese gli ha conferito l'onorificenza delle "Palmes Académiques". Nel 2009 ha ricevuto il Premio internazionale di filosofia "Karl-Otto Apel" e nel 2013 il titolo di doctor honoris causa in Filosofia dalla Universidad Nacionál de Córdoba (Argentina).
Ha conseguito altri premi: Premio Pozzale Luigi Russo a Passaggio a Occidente e Premio di filosofia "Viaggio a Siracusa" a La passione del presente.
Insegna filosofia politica e filosofia teoretica presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell'Università degli Studi Roma Tre.
Nel 2018 è nominato professore emerito.
Muovendo dallo studio del marxismo italiano ed europeo (Marxismo e revisionismo in Italia, 1971; Austromarxismo e socialismo di sinistra fra le due guerre, 1977), ha analizzato le categorie politiche della modernità (Potere e secolarizzazione, 1983), proponendone, in dialogo con i francofortesi (Il politico e le trasformazioni, 1979) e con M. Weber (L'ordine disincantato, 1985), una ricostruzione simbolico-genealogica. Secondo questa lettura, che riprende le ipotesi storico-filosofiche di Karl Löwith, nelle forme moderne di organizzazione sociale si depositano significati che derivano da un processo di secolarizzazione dei contenuti religiosi, ossia dalla riproposizione in dimensione mondana dell'orizzonte simbolico cristiano. In particolare, la secolarizzazione ha il suo centro in un processo di «temporalizzazione della storia», in virtù del quale le categorie del tempo (che traducono l'escatologia cristiana in una generica apertura al futuro: progresso, rivoluzione, liberazione, etc.) assumono centralità crescente nelle rappresentazioni politiche della modernità. Su queste considerazioni, riprese anche in Dopo il Leviatano (1995 - nuova edizione ampliata 2013), Passaggio a Occidente. Filosofia e globalizzazione (2003 - nuova edizione 2009), La passione del presente (2008), Contro il potere (2011), si è innestata via via una tematizzazione esplicita del problema filosofico della temporalità, che per molti aspetti anticipa sia le tesi oggi in voga intorno alla "accelerazione" e al rapporto politica-velocità, sia i temi dello spatial turn, della "svolta spaziale" contemporanea. Contro le concezioni bergsoniana e heideggeriana, che delineano con sfumature diverse una forma pura della temporalità, più originaria rispetto alle sue rappresentazioni/spazializzazioni, Marramao argomenta l'inscindibilità del nesso tempo-spazio e, richiamandosi tra l'altro alla fisica contemporanea, riconduce la struttura del tempo a un profilo aporetico e impuro, rispetto a cui la dimensione dello spazio costituisce il riferimento formale per pensarne i paradossi. (Minima temporalia, 1990 - nuova edizione 2005 - e Kairós. Apologia del tempo debito, 1992 - nuova edizione 2005).


sabato 14 giugno 2025

Corso di storia della filosofia: Zecchi 1945

Stefano Zecchi 1945

 
Stefano Zecchi (Venezia, 18 febbraio 1945) è un filosofo, accademico, scrittore, giornalista e opinionista italiano, ex professore ordinario di estetica presso l’Università degli Studi di Milano. È stato assessore alla cultura al comune di Milano dal 2005 al 2006.

Ha acquistato notorietà anche al di fuori dell'ambito accademico per le sue presenze al Maurizio Costanzo Show negli anni novanta.
Ha studiato al Liceo Classico "Marco Polo" di Venezia. Dopo aver conseguito la Maturità Classica, si è iscritto alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano, dove si è laureato in Filosofia con votazione 110/110 e lode, discutendo una tesi sulla fenomenologia di Edmund Husserl (relatore Enzo Paci), e ai problemi della fenomenologia ha dedicato i suoi primi studi filosofici. Dopo la laurea ha insegnato per qualche anno nelle scuole di Milano e provincia. Nel 1979 è diventato professore ordinario, ottenendo la cattedra di Filosofia Teoretica presso l'Università degli Studi di Padova, in cui era stato assistente e docente incaricato da 1972. Dal 1984 al 2013 è stato professore ordinario di estetica presso l'Università degli Studi di Milano.
Ha insegnato in diverse università straniere: tra esse, quella che ricorda con maggiore interesse e che più l'ha coinvolto, è l'Università Tagore di Calcutta, in India. Oltre all'insegnamento ricopre importanti incarichi amministrativi: presidente del corso di laurea in Filosofia dell'Università degli Studi di Milano, consigliere d'amministrazione del Piccolo Teatro di Milano, presidente dell'Accademia di belle arti di Brera sempre a Milano, membro del consiglio dell'Irer (Istituto per la programmazione scientifica e culturale della Regione Lombardia), rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione presso l'UNESCO per la tutele dei Beni immateriali, consigliere comunale a Venezia e assessore alla cultura a Milano, consigliere d'amministrazione del MAXXI (Museo dell’arte del XXI secolo), consigliere d'amministrazione della Fondazione La Verdi di Milano, consigliere d'amministrazione del Teatro Parenti di Milano.
Dal 2016 è Direttore dell'I.I.S.B.E. (Istituto Internazionale di Scienza della Bellezza) di Milano.
Dopo gli studi sulla fenomenologia di Husserl e della sua scuola, ha affrontato le questioni inerenti ai concetti di “speranza” e di “utopia”, riflettendo sulla filosofia di Ernst Bloch, di cui è stato anche traduttore. Il pensiero di Goethe (di cui ha tradotto diversi saggi sulla scienza, l'arte e la letteratura) e del Romanticismo sono diventati i punti di riferimento essenziali dei suoi studi, che lo hanno portato a concentrare le sue ricerche sul problema e sul significato della bellezza.
È editorialista del quotidiano il Giornale. Partecipa di frequente a trasmissioni televisive come Stasera Italia (su Rete 4) e Bel Tempo si Spera (su TV2000).
Stefano Zecchi è di religione ebraica.
Opere
 Saggio su Husserl (1972)
  Fenomenologia dell'esperienza (1972)
  Utopia e speranza nel comunismo (1974)
  La fenomenologia dopo Husserl nella cultura contemporanea Loescher (1978) ISBN 8820123738
  La fenomenologia (1983)
  La magia dei saggi Jaca Book (1984)
  La fondazione utopica dell'arte. Kant, Schiller, Schelling Unicopli (1984)
  Novalis Unicopli (1986)    Elementi di analisi, costi e benefici ETS (1988)
  Verso dove? (1988)
  La bellezza Arnoldo Mondadori Editore (1990)
  Sillabario del nuovo millennio Mondadori (1993)
  Il brutto e il bello, (1996)
  L'artista armato, Mondadori (1998)
  Capire l'arte Mondadori (1999)
  Storia dell'estetica (2002)
  L'uomo è ciò che guarda, televisione e popolo Mondadori (2005)
  In cammino con l'arte (2008)
  Paradiso Occidente. La nostra decadenza e la seduzione della notte (2016)
  Aiutami a capirlo: l’incontro tra il medico, il genitore ed il bambino. con Paolo Nucci. (2017)
Romanzi
  Estasi Mondadori (1993)
  Sensualità Mondadori (1994) (Premio Bancarella 1996)
  L'incantesimo (1997)
  Fedeltà Mondadori (2001)
  Contro l'immagine (2001)
  Amata per caso Mondadori (2003)
  Il figlio giusto (2007)
  Quando ci batteva forte il cuore Mondadori (2010)
  Rose bianche a Fiume Mondadori (2014)

Filosofia da due soldi: Quando la filosofia fa male: il rischio di pensare troppo

  🔹 Quando la filosofia fa male: il rischio di pensare troppo Pensare è meraviglioso. Ma, come avvertiva Kierkegaard , la liber...