domenica 16 marzo 2025

Corso storia della filosofia: 77 Mill 1806

John Stuart Mill 1806


John Stuart Mill (1806–1873): la libertà come fondamento del progresso

Nato a Londra nel 1806, John Stuart Mill è il figlio prodigio dell’utilitarista James Mill e l’erede più raffinato del pensiero di Jeremy Bentham. Educato in modo rigoroso, già da giovane dimostra un’intelligenza fuori dal comune, ma sarà solo dopo una crisi esistenziale che svilupperà una filosofia umanistica, attenta non solo all’utile, ma anche alla qualità della vita interiore.

Mill è soprattutto il filosofo della libertà individuale. Nell’opera “On Liberty” (1859) elabora una delle più alte difese della libertà moderna: ogni individuo deve poter esprimere se stesso, fintanto che non danneggia gli altri. La società non deve reprimere l’originalità, ma anzi favorire il confronto delle opinioni, condizione essenziale per il progresso. Senza libertà di pensiero, scrive Mill, non c’è verità, ma solo conformismo.

In campo etico, perfeziona l’utilitarismo: non si tratta più solo di massimizzare il piacere, ma di qualificare i piaceri. "Meglio essere un uomo insoddisfatto che un maiale soddisfatto", afferma: non tutti i piaceri hanno lo stesso valore, e la cultura, l’amore, l’arte contano più del semplice godimento materiale.

Politicamente, Mill è un riformatore e un femminista ante litteram. Nel saggio “The Subjection of Women” (1869) sostiene l’uguaglianza tra i sessi, denunciando la condizione subalterna delle donne come un’ingiustizia sociale. È tra i primi parlamentari inglesi a battersi per il suffragio femminile.

Mill incarna una visione liberale, razionale e progressista della civiltà: la libertà, l’educazione, il dialogo e la critica sono i motori dell’emancipazione individuale e collettiva.


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