
FILOSOFIA TARDO-ANTICA E ARABA
Nel lungo arco che separa la caduta dell’Impero romano d’Occidente dalla piena maturazione della Scolastica medievale, la filosofia non scompare: si trasforma, migra, si reinventa. È questa la stagione della filosofia tardo-antica e araba, in cui antiche scuole resistono tra Oriente e Occidente, e nuove civiltà raccolgono e rilanciano l’eredità greca, tessendo un ponte culturale tra Atene e l’Europa medievale.
Le scuole tardo-antiche: Alessandria e Atene
Mentre in Occidente l’instabilità politica erodeva le strutture culturali, Alessandria d’Egitto e Atene rimasero per secoli roccaforti del sapere greco. Qui, la tradizione platonica e aristotelica veniva studiata, commentata, custodita. Alessandria, in particolare, si fece crocevia tra cultura greca, pensiero cristiano, influenze orientali: un laboratorio dove la filosofia dialogava con la scienza, la religione, la medicina.
Nelle aule delle scuole alessandrine, la figura del filosofo si fondeva spesso con quella dello scienziato e del teologo. Ma col VI secolo, con la chiusura della Scuola di Atene da parte di Giustiniano, quel mondo sembrò spegnersi. In realtà, non finiva: cambiava forma e geografia.
Il mondo arabo-islamico: la rinascita del pensiero greco
Con l’espansione dell’Islam e la nascita del califfato abbaside, Bagdad divenne il nuovo centro intellettuale del mondo. Tra il IX e il XII secolo, i filosofi arabi e islamici compirono un’opera straordinaria di traduzione, commento e sviluppo del pensiero greco, in particolare aristotelico. Non si limitarono a conservare: reinterpretarono, innovarono, integrarono con elementi neoplatonici e persiani.
Al-Farabi si interrogò sulla città ideale e sulla filosofia come guida politica e spirituale. Avicenna (Ibn Sina) sviluppò una complessa metafisica dell’essere e dell’intelletto attivo, che avrebbe influenzato Tommaso d’Aquino. Averroè (Ibn Rushd), infine, fu forse il più grande commentatore di Aristotele, cercando di conciliare fede e ragione, e facendo del filosofo greco una figura centrale del pensiero islamico e, poi, europeo.
Un’eredità che prepara la Scolastica
Quando in Europa, tra XI e XII secolo, si avviò la rinascita scolastica, le opere dei pensatori greci non giunsero da biblioteche romane dimenticate, ma passarono attraverso le mani arabe, tradotte in latino da centri come Toledo e Palermo. La Scolastica, con il suo amore per la logica, la metafisica e il metodo rigoroso, non nasce dal nulla, ma dall’incontro fertile tra la cultura greco-romana, il pensiero cristiano e l’intelligenza del mondo islamico.
Così, la filosofia sopravvisse al crollo degli imperi, attraversò i deserti, si reinventò nelle moschee e nei centri di traduzione, fino a tornare in Europa più viva, più ricca, più universale.