🌀 La normalità non esiste
Esiste un criterio assoluto per definire chi è normale e chi no? O è la società stessa a decidere, in base a contesto, epoca e potere dominante?
🧠 Normalità: una costruzione sociale
Ciò che è “normale” per una cultura può risultare “deviato” per un’altra. Indossare un velo, avere piercing, parlare da soli camminando: tutto dipende da chi guarda. La normalità è una convenzione, non una verità assoluta.
🔍 La teoria dell’etichettamento – Howard Becker
Il sociologo Howard Becker affermava che la devianza non risiede nell’atto in sé, ma nell’etichetta che la società vi appone. Non sei “deviante” perché hai un comportamento strano: lo diventi quando qualcuno con potere ti definisce tale.
⚖️ Chi decide cos’è normale?
La normalità è spesso stabilita da chi ha il potere: istituzioni, media, maggioranze. Essere fuori norma può significare essere liberi, oppure emarginati. La stessa omosessualità è stata considerata una malattia fino al 1990.
🌈 E oggi? Tatuaggi, genere, stili di vita...
Tatuaggi, non-monogamia, identità di genere fluide: fenomeni sempre più visibili ma non sempre “accettati”. Chi non si conforma viene ancora etichettato, anche se non lo ammettiamo.
🧪 Attività proposta
Analizza un comportamento “normale” nel tuo gruppo sociale ma “deviato” in un altro.
- Esempi: bere vino a tavola (normale in Italia, deviante in culture islamiche); vestirsi in modo appariscente; essere single a 40 anni...
Scrivi un breve testo (max 10 righe) in cui descrivi il comportamento, perché è visto come normale o deviante, e cosa questo ti fa capire sulle norme sociali.
🎯 Conclusione
La normalità non è un dato naturale, ma una costruzione sociale.
Conoscere le regole del gioco ci aiuta a non esserne schiavi...
...e a vedere il “diverso” come una risorsa, non come un pericolo.